Antonio Tajani è stato eletto presidente dell’Europarlamento al quarto turno di voto a Strasburgo. Tajani (Ppe), con 351 voti, ha vinto la sfida di Strasburgo con Gianni Pittella (S&D) che ha ottenuto 282 voti. I voti totali solo stati 713, quelli validi 633, con 80 voti nulli. In ogni caso, una corsa con una suspence simile l’aula di Strasburgo non la vedeva da decenni. L’ultima volta, e l’unica, in cui si era arrivati al quarto turno di votazioni era stata nel 1982 per l’elezione dell’olandese Pieter Dankert. Fu anche l’ultima elezione ‘vera’, dato che da allora i presidenti sono sempre stati scelti con accordi preventivi tra i gruppi politici, che spesso si sono alternati nella carica nel corso della legislatura. Le prime parole del neo presidente sono per i terremotati del centro Italia, cui dedica la vittoria politica. Uno dei suoi primi atti, annuncia Tajani, sarà proprio fare visita alle zone colpite dal sisma. “Sarò il presidente di tutti”, dice dopo aver ricevuto anche l’abbraccio dell’avversario Pittella.
Trentotto anni dopo Emilio Colombo, dunque, l’Italia esprime di nuovo un presidente del Parlamento europeo, un ruolo che negli ultimi tempi ha acquisito un peso sempre maggiore, con la presidenza di Martin Schulz e dopo le riforme del Trattato di Lisbona che hanno aumentato le competenze dell’aula di Strasburgo. L’elezione di Tajani, indubbiamente, è un’occasione per l’Italia per pesare di più in Europa nel momento della sua crisi più forte, in cui non mancano le frizioni tra Roma e Bruxelles su vari fronti, dalla flessibilità nei bilanci alla crisi migratoria. Sullo sfondo di questa elezione, restano le alchimie da definire per quanto riguarda le altre istituzioni dell’Unione europea, oggi tutte presiedute dal Ppe. Finora l’equilibrio si era retto su una grande coalizione tra popolari, liberali e socialisti che oggi, ribadisce Pittella, “non ci sarà più”. Dalla Commissione però si dicono “fiduciosi” che invece la collaborazione continuerà. Resta da definire in che termini, dato che i popolari hanno già annunciato che non intendono rinunciare a nessuna delle tre presidenze.
PLAUSO Tra i primi a reagire, Silvio Berlusconi, per cui “l’elezione di Antonio Tajani a Presidente del Parlamento Europeo mi riempie di gioia e di orgoglio come italiano e come Presidente di Forza Italia: ad Antonio sono legato da amicizia e affetto sin dal 1994 quando fu con me uno dei cinque fondatori di Forza Italia. Da allora il suo impegno politico è sempre stato intenso, lineare, coerente gli elettori lo hanno confermato ben quattro volte al Parlamento Europeo” Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in un tweet ha inviato le sue “congratulazioni al nuovo presidente, finalmente un italiano alla guida di una istituzione così importante. Onore alla battaglia leale e coraggiosa di Gianni Pittella, c’è tanto da fare per i socialisti europei”. Gli ha fatto eco il ministro degli esteri Angelino Alfano, per cui” è un’ottima notizia per l’Italia, per i popolari europei e anche per quelli italiani. Farà un ottimo lavoro”. In Europa i primi a reagire sono stati il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker (“Lavoriamo insieme da domani per un’Europa migliore”), e il ministro degli esteri tedesco Frank Walter Steinmeier, secondo cui “con la sua esperienza nella politica europea, come membro per molti anni del Parlamento europeo e della Commissione, Tajani ha i requisiti per guidare il Parlamento in tempi difficili”.
CHI E’ Antonio Tajani, romano, 63 anni, ex commissario europeo (2008-2014), prima ai Trasporti e poi all’Industria, è il nuovo presidente eletto del Parlamento europeo, di cui era primo vicepresidente dal 2014. Laureato in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, Tajani è stato ufficiale dell’Aeronautica Militare e controllore della difesa aerea presso la base radar di San Giovanni Teatino, e poi giornalista parlamentare per “Il Settimanale”, conduttore del Gr1 Rai e responsabile della redazione romana de “Il Giornale” di Indro Montanelli. Parla inglese, francese e spagnolo. Politicamente, nasce come militante del Fronte Monarchico Giovanile, di cui è stato vicesegretario, ma è stato soprattutto tra i fondatori di Forza Italia nel 1994, poi coordinatore regionale del partito nel Lazio dal 1994 al 2005, e portavoce del presidente del Consiglio nel primo governo Berlusconi (1994-95) . Sempre nel 1994 è stato eletto parlamentare europeo per la prima volta, poi confermato nel 1999 e nel 2004, quando ha ricevuto 122.000 preferenze.
È stato presidente della delegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo dal giugno 1999 fino a maggio 2008. Nel 2001 fu candidato a sindaco di Roma per la coalizione della Casa delle Libertà, ma fu sconfitto al ballottaggio da Walter Veltroni. Come commissario europeo all’Industria, nell’ottobre 2012 Tajani ha lanciato una campagna sulla “nuova rivoluzione industriale” nell’Ue, mirante a rilanciare una vera e propria politica industriale europea, con l’obiettivo di riportare il peso dell’industria a oltre il 20% del Pil dell’Ue entro il 2020. Nel novembre 2014 ha rinunciato all’indennità transitoria di fine mandato che gli sarebbe spettata in quanto ex vicepresidente della Commissione: 13 mila euro al mese per tre anni, per un totale di 468 mila euro. Tajani ha spiegato di aver “ritenuto fosse opportuno dare una prova di sobrietà e solidarietà in questo momento di grande difficoltà per i cittadini europei”. E lo ha ricordato anche oggi, presentandosi in Aula come candidato alla presidenza del Parlamento europeo.