E’ fortemente convinto che dopo la direzione del Pd del prossimo 3 maggio non accadrà nulla. Come è altrettanto convinto che Matteo Renzi dovrebbe tornare in pista. Il deputato dem, Michele Anzaldi, non ama mandarle a dire, e si dice certo che il “forno” Lega-M5s è più che acceso.
Anzaldi, il suo partito, il Pd, sembra pronto al dialogo con il M5s.
“Assolutamente no. C’è soltanto una dichiarazione di Roberto Fico e non di rappresentanti del mio partito, io compreso. Il Pd è fermo all’ultima direzione da cui è emersa la linea dell’opposizione”.
Detta così, sembra allora che solo Maurizio Martina vuole il dialogo con i Cinquestelle.
Martina è stato ampiamente criticato da molti, me compreso, in quanto non aveva alcun mandato per avviare questo percorso”.
Eppure Martina è, o almeno, era un fedelissimo di Renzi.
“Non solo so. So che Martina è una persona saggia e responsabile e al momento è schiacciato dalle responsabilità di mettere al più presto possibile il Paese in sicurezza. Ma questo non si può fare scavalcando alcune regole democratiche e soprattutto sulla pelle di un partito che già è stato troppo generoso. In ogni caso, un dialogo si fa in due, quindi…”
Quindi?
“Non avendo condividendo l’iniziale programma dei Cinquestelle, se si vuol pensare a un dialogo, il M5s deve riproporre, pubblicamente, un nuovo progetto, diverso dal precedente, e che, a sua volta, dovrà convincere tanti esponenti Pd, in direzione, in modo tale da cambiare idea. E non solo. La direzione deve rischiare, perché in cinque anni, il M5s ha detto una cosa ma ne ha fatta un’altra. E cosa, fra l’altro, che si ripeterà ancora. Basti pensare che Luigi Di Maio ha più volte sottolineato che il programma di governo, comunque, dovrà passare al vaglio della piattaforma Rousseau. E se la ‘piattaforma’ dice no? Il Pd rimane col cerino in mano. Piattaforma Rousseau, fra l’altro, sotto inchiesta dall’Agcom”.
In sostanza, missione impossibile?
“Per adesso è impossibile, lo dico da tempo. Non solo, ripeto, nessuno ha il mandato per aprire un dialogo, in quanto la linea ufficiale del Pd è opposizione”.
A questo punto, cosa potrebbe accadere in direzione il 3 maggio?
“Alla luce dei fatti, non accadrà nulla. Il Pd ribadirà la sua linea che è, ripeto, quella dell’opposizione. Non c’è nessuna nuova proposta da parte dei Cinquestelle, solo chiacchiere”.
Cresce il coro che richiama Renzi alla guida del partito.
“Rispondo con una metafora calcistica. Ancora il campionato è in corso e come squadra vogliamo ovviamente vincere la partita. Ebbene, oggi ci ritroviamo uno dei migliori nostri giocatori in panchina, a questo punto ci conviene rimetterlo in campo per provare a vincere. Va detto, fra l’altro, che in questi cinquanta giorni si è scoperto che non c’è un nuovo Renzi. In sostanza, è una nostra questione di opportunismo”.
Nel Pd c’è chi è ancora convito che il ‘forno’ Lega-M5s è ancora acceso.
“Vuole la prova che Di Maio sta continuando a trattare con Salvini, mentre finge di dialogare con Martina? Basta vedere le sue dichiarazioni su Rai e conflitto di interessi. Lunedì, un retroscena del Corriere, mai smentito, diceva che Di Maio era pronto a dare la gestione della Rai a Salvini per difendersi dai probabili attacchi delle tv di Berlusconi, se la Lega si separasse da Fi. Ieri (mercoledì, ndr) Salvini ha difeso Di Maio da Berlusconi e oggi (ieri, ndr) il leader M5s, nel contesto solenne del dopo consultazioni alla Camera, ha confermato ufficialmente di voler mettere insieme la modifica della governance Rai con il conflitto di interessi delle tv del Cavaliere, ovvero la promessa di poltrone a Salvini per difendersi da Mediaset. La presunta trattativa col Pd? Una bufala”.