Cronaca

Appalti Consip, indagato anche l’ex parlamentare Bocchino. I “pizzini” di Romeo e Gasparri

L’ex parlamentare di An e del Pdl Italo Bocchino, consulente di Alfredo Romeo, con Carlo Russo, imprenditore farmaceutico di Scandicci, amico di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, sono indagati a piede libero dalla procura di Roma per traffico di influenze nell’ambito dell’inchiesta su Consip. Secondo quanto si è appreso, a Roma le abitazioni di entrambi sono state perquisite dai carabinieri del Noe e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli.

Intanto si apprende che il manager campano Alfredo Romeo – arrestato stamattina per corruzione nell’ambito dell’inchiesta su Consip, la società del ministero del Tesoro che si occupa di controllare e gestire gli appalti per il pubblico – e il dirigente Consip Marco Gasparri “parlavano” tra di loro usando un sistema di ‘pizzini’, di piccoli e brevi appunti. Sono stati i carabinieri del Noe a recuperare quei messaggi anche strappati ed a rimetterli insieme. Ora fanno parte del carico di prove dell’avvenuta attivita’ di corruzione al vaglio del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi. Romeo definiva poi Gasparri “prototipatore”. Questo neologismo, ricordato dal gip Gaspare Sturzo nell’ordinanza di custodia cautelare, era usato dall’imprenditore napoletano per indicare colui che, dirigendo un ufficio, stando all’interno della pubblica amministrazione, confeziona bandi di gara ‘ad hoc’ per favorire un’impresa piuttosto che un’altra. Molto diversa – fanno notare fonti vicine all’indagine – la figura del ‘facilitatore’, secondo gli inquirenti, più vicina al ruolo ricoperto in questa storia dall’ex parlamentare Italo Bocchino che è invece esterno alla pubblica amministrazione. Le pressioni esercitate sui vertici di Consip da parte di Alfredo Romeo erano frutto di una “ossessione” dell’imprenditore napoletano, che “riteneva di essere vittima di un complotto all’interno di Consip e di essere discriminato, nel senso che riteneva che i vertici Consip favorissero la società Cofely, capogruppo di un raggruppamento temporaneo di imprese di cui faceva parte anche una società riconducibile a tale Bigotti, imprenditore che, a suo dire, era legato all’onorevole Verdini. Per tale ragione, Romeo diceva di aver operato ultimamente un intervento sull’ad Marroni per il tramite e attraverso ‘il più alto livello politico’”. Questo è quanto ha riferito a suo tempo ai pubblici ministeri il dirigente Consip Marco Gasparri.

Gasparri ha anche raccontato agli inquirenti, che per fare pressione sul vertice massimo di Consip, Alfredo Romeo si era servito di “un livello politico piu’ alto”. Gasparri che nel verbale del 16 dicembre scorso spiega: “Ancora Romeo, ultimamente e cioe’ subito dopo l’estate, mi disse che aveva fatto un intervento sui vertici Consip attraverso il massimo livello politico; non mi disse chi era il politico o i politici presso i quali era intervenuto ma mi disse che si trattava del ‘livello politico piu’ alto’; in proposito mi chiese se io avevo registrato, a seguito di tale suo intervento, un cambiamento di atteggiamento dell’ad di Consip Marroni nei suoi confronti”. Piu’ specifico ancora Gasparri nell’interrogatorio del 28 gennaio scorso: “… Aggiungo che dopo che si era conclusa la vicenda giudiziaria che l’aveva colpito, la sua impresa non riusciva piu’ a mantenere gli stessi standard competitivi di prima e, per tale ragione, egli cercava di avvicinare i vertici Consip. Cio’ affermo perche’ una volta mi chiese di favorire un incontro con Marroni che non procurai io ma al quale partecipai. Durante l’incontro si parlo’ del piu’ e del meno. In altra circostanza, Romeo mi disse che il suo intento di ‘avvicinare’ i vertici Consip si erano realizzati attraverso ‘interventi politici ad altissimo livello'”.

Recita l’ordinanza. “Lo stesso Bocchino, quanto Romeo nelle loro conversazioni, anche a riscontro del quadro fornito da Marco Gasparri, forniranno all’accusa un rilevante materiale accusatorio, a volte legato ad azioni illecite proprie, altre volta legate alla valutazione di quanto riferito loro da altri o appreso su comportamenti altrui, da cui emerge un gravissimo quadro di possibile infiltrazione criminale in Consip spa, almeno quanto ad alcune gare tra cui quella denominata FM4″. Ancora nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip: “La rilevanza di tale gara è indicata dal pm quando la definisce come la gara con il più rilevante importo mai indetta in Europa, complessivamente circa 2 miliardi e 700 milioni di euro”. L’ex parlamentare Bocchino viene definito “consigliere strategico” dell’imprenditore Alfredo Romeo. L’ex uomo forte di An, scrive il pm, avrebbe “capacità di accedere ad informazioni riservate anche grazie al suo trascorso di deputato e membro del Comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti e con perduranti contatti con sedicenti ed effettivi appartenenti all’intelligence, nonchè con politici e pubblici funzionari in posizione apicale”. E poi “presumibilmente anche grazie alla costante attività di relazione” di Bocchino, scrive il magistrato, Romeo “ha avuto contezza di indagini sul proprio conto sicuramente già dal settembre 2016”.

Intercettazione a Bocchino Gli appalti Consip “devono essere gestiti per favorire prevalentemente le cooperative in quanto rappresentano sia un bacino di voti dal quale poter attingere (a differenza dei grandi gruppi come Romeo) ed è anche e soprattutto un modo lecito per finanziare la politica e/o il politico di turno”. Così Italo Bocchino secondo una intercettazione del gennaio 2016 ed una conversazione con l’imprenditore Alfredo Romeo, citata nell’ordinanza del gip Gaspare Sturzo. “…nelle audizioni addirittura il Ministro diceva… questo e’ il motivo per cui non e’ esplosa Consip, dopodichè… è chiaro che la politica ha il problema del territorio… perché un politico può venire da te – chiariva Bocchino – a chiederti 60mila euro che ti ha chiesto ‘omissis’ ma i mille pulitori sul territorio sono mille persone che danno 5mila euro ciascuno… sono mille persone che fanno un’assunzione ciascuno… sono mille persone che quando voti si chiamano i loro dipendenti… tu i tuoi dipendenti manco sai chi sono… non te li puoi chiamare per dire votate a tizio, a caio o sempronio nel tuo modello… no? Il pulitore che c’ha cento dipendenti, quello si chiama le cento famiglie e dice senti… a sindaco dobbiamo votare questo per questa ragione… quindi secondo me c’è una scelta politica… noi c’abbiamo la doppia spiga… la scelta politica e… il prezzo che tu devi pagare per la paginata che teme…. perché sei stato generoso quando lui non contava un c…. questa cosa qui fa sì che sostanzialmente … secondo me la logica loro è… Romeo”.

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