Appalti Consip, il ministro Lotti indagato per la fuga di notizie. Ma il fedelissimo di Renzi nega

PROCURA DI NAPOLI Come riporta il Fatto Quotidiano, indagato anche il generale dei Carabinieri Del Sette e il Comandante regione Toscana Saltalamacchia

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Il ministro dello Sport Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo Renzi, risulta indagato dalla procura insieme al Comandante Generale dei Carabinieri Tullio Del Sette e al Comandante dei Carabinieri della regione Toscana Emanuele Saltalamacchia, per la fuga di notizie sull’inchiesta della procura di Napoli sugli appalti Consip. La magistratura, come riporta stamani il Fatto quotidiano, sospetta a suo carico i reati di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio.

Luca Lotti, scrive il quotidiano, è indagato a seguito delle dichiarazioni di Luigi Marroni. “L’ex assessore alla sanità della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip”, riporta il Fatto, “nel suo esame come persona informata dei fatti, ha tirato in ballo anche il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana, indagato per le stesse ipotesi di reato”. A far partire gli accertamenti che hanno portato a indagare tre persone, oltre a Lotti e Saltalamacchia c’è anche il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, sarebbe stata “una bonifica contro le microspie”. Interpellato dal Fatto, il ministro Luca Lotti alla domanda: “Ha mai parlato dell’esistenza di un’indagine su Consip con Marroni?”, ha risposto: “No”. Il comandante Saltalamacchia, contattato dal Fatto, non rilascia commenti. La fuga di notizie avrebbe infatti consentito la bonifica ambientale degli uffici dei vertici Consip dalle cimici fatte mettere dai magistrati nella sede nazionale di via Isonzo a Roma. Motivo per cui i pm napoletani titolari dell’inchiesta su Consip Henry John Woodkock, Celeste Parrano, Enrica Parascano hanno trasmesso per competenza le carte sulla fuga di notizie alla Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone.

LA REPLICA La replica del ministro arriva da Facebook. “Dopo settimane di lavoro molto intenso tra referendum, crisi di governo e primi passi del nuovo impegno come ministro mi ero preso un giorno di ferie per la prima recita di Gherardo, mio figlio – scrive Lotti -. Oggi però un giornale scrive che sarei indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio in una inchiesta che vedrebbe indagato persino il Comandante generale dell’Arma dei carabinieri. È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e – dice ancora il fedelissimo di Renzi – in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa. Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell’autorità giudiziaria. La verità – del resto – è più forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l’ora di dimostrarlo. Buon Natale a tutti”.