Giudizio immediato per il “Comitato d’affari” di Alcamo, nel trapanese. Il provvedimento e’ stato disposto dal gip del Tribunale di Trapani su richiesta del procuratore aggiunto Ambrogio Cartosio e dei sostituti Rossana Penna e Marco Verzera. L’accusa e’ di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla corruzione, alla bancarotta fraudolenta e reati contro la pubblica amministrazione. A capo dell’organizzazione – secondo l’accusa – Pasquale Perricone, imprenditore e politico di 61 anni, ex vicesindaco di Alcamo. Rinviati a giudizio anche Girolama Maria Lucia Perricone, 50 anni; Marianna Cottone, 34 anni, sua compagna; Mario Giardina, 52 anni e Emanuele Asta, 55 anni.
Al centro delle contestazioni l’organizzazione di corsi di formazione fantasma e la realizzazione del porto di Castellammare del Golfo. Nell’indagine – svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani – emerse il ruolo di Asta, funzionario dell’ispettorato del lavoro, iscritto alla massoneria (Loggia Myrhiam 225) e di Perricone, come soggetto in grado di influenzare l’attivita’ politica ed economica di Alcamo attraverso la stesura del Piano triennale delle Opere pubbliche del Comune di Alcamo tra il 2011 e il 2015, ed esercitando pressioni sulla nomina del Consiglio di amministrazione della Cassa rurale ed artigianale “Don Rizzo” di Alcamo. Il processo, dinanzi ad un collegio giudicante, avra’ inizio il prossimo 20 ottobre.