Appalti truccati a favore dei clan mafiosi, 15 in manette. Due scuole sequestrate, 800 studenti a casa
Coinvolti amministratori e dipendenti pubblici collusi, imprenditori e politici
Amministratori e dipendenti pubblici collusi, imprenditori compiacenti, una cosca di ‘ndrangheta interessata agli appalti pubblici capace, grazie ai rapporti con la pubblica amministrazione, di cedere in vendita o in locazione due immobili, destinati ad ospitare scuole, completamente abusivi. E’ tutto scritto nelle carte dell’inchiesta “€uro-Scuola” che ha portato stamane all’esecuzione, da parte dei Carabinieri del Gruppo di Locri, di 15 provvedimenti restrittivi tra la cittadina calabrese e Roma, nonche’ al sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, fra cui quelli destinati alle due scuole. E così grossa sorpresa questa mattina per oltre ottocento studenti calabresi che si apprestavano ad andare a scuola a Locri, nella città metropolitana di Reggio Calabria. Giunti davanti al loro istituti si sono ritrovati con i carabinieri a sbarrare il passo e i cancelli chiusi e sigillati dalle forze dell’ordine su disposizione della magistratura. Tra i destinatari dei provvedimenti, un avvocato, Luca Maio, 45 anni, gia’ consigliere provinciale, finito ai domiciliari, al quale sono stati sequestrati oltre 900.000 euro, architetti, geometri ed ingegneri, tra cui Salvatore calabrese, 85 anni (padre dell’attuale sindaco di Locri che comunque non e’ coinvolto nella vicenda), per il quale la Dda ha disposto l’obbligo di firma.
Oltre centocinquanta militari dell’Arma hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. Dei 15 indagati, uno e’ stato posto in custodia cautelare in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 10 colpiti congiuntamente dalle misure dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso nei reati di truffa aggravata e continuata, abuso d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture, delitti tutti aggravati dalla circostanza dell’agevolazione mafiosa della ‘ndrina Cordi’, operante a Locri e territori limitrofi. Numerose le perquisizioni personali e domiciliari nei confronti degli stessi indagati. L’operazione e’ stata denominata “€uro-Scuola” proprio perche’ ha visto concentrarsi l’impegno investigativo dei militari dell’Arma sugli appalti di svariati milioni di euro per la costruzione di un immobile totalmente abusivo, di circa 5.000 metri quadrati, sede dell’Istituto Statale d’Arte “Panetta”, e per l’individuazione di un immobile da acquisire in locazione e da destinare a sede dell’Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato (I.P.S.I.A.), sempre a Locri.
Tutte operazioni concluse per favorire personaggi legati ai Cordi’, cosca protagonista tra il 1969 e 2005 in una sanguinosa faida ultratrentennale contro i rivali Cataldo per la supremazia nel territorio. Poi la pace siglata tra il 2008 ed il 2010. Un accordo fra i due gruppi finalizzato alla spartizione delle attivita’ illecite e ad al controllo della pubblica amministrazione. Dalle indagini sarebbe emerso come proprio i contrasti generati dai forti interessi delle due consorterie nell’affare dell’edilizia scolastica avessero rappresentato, tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, una delle scintille che aveva fatto riaccendere la guerra di mafia a Locri con l’uccisione di Giuseppe Cataldo. Nell’ordinanza di custodia cautelare sono richiamate numerose intercettazioni, dichiarazioni di collaboratori di giustizia, riscontri di polizia giudiziaria, ordinanze di custodia cautelare, sentenze di primo e secondo grado da cui emerge la capacita’ delle due cosche di insinuarsi e di controllare l’imprenditoria locale anche nel caso di appalti e lavori banditi dalla pubblica amministrazione. Le dichiarazioni di due pentiti, Domenico Oppedisano e Domenico Novella, in particolare, hanno evidenziato l’interessamento delle ‘ndrine di Locri riguardo allo allo svolgimento di lavori pubblici tra cui quelli che hanno portato al sequestro delle scuole. L’indagine avrebbe consentito di accertare la disponibilita’ da parte di una serie di imprese, tra i cui soci figurano gli indagati, riconducibili ad ambienti contigui alla ‘ndrina Cordi’, di immobili che non potevano essere destinati a uso scolastico. Lungo l’elenco delle violazioni commesse per la costruzione e l’acquisizione delle due strutture destinate ad osptare i ragazzi: dalla violazione delle indicazioni del piano regolatore e delle norme tecniche di attuazione del Comune di Locri alla conseguente assenza di concessioni per la costruzione ed all’irregolarita’ del certificato di collaudo fino all’assenza dei certificati di prevenzione incendi, obbligatori per le scuole di ogni ordine e grado con oltre 100 persone.
Naturalmente, chi ha gestito i progetti si e’ curato anche di eludere la normativa antimafia, per esempio omettendo la comunicazione alla Provincia di Reggio Calabria di atti con i quali Antonio Circosta, socio accomandatario, comunicava la modifica della compagine sociale, rappresentando falsamente la fuoriuscita dall sua societa’ di alcuni soci oggi indagati indagati: Antonio, Rocco, Cosimina e Lucia Maiorana, che di fatto, invece, rimanevano comunque soci della societa’. Tutto per consentire a persone vicine ai Cordi’ di percepire indebitamente, in relazione alla locazione degli immobili da parte della Provincia di Reggio Calabria, un canone di locazione assolutamente incongruo. Frode che si sarebbe ripetuta nell’esecuzione dei contratti di locazione e compravendita dell’immobile adibito a Scuola d’Arte, stipulato con la Provincia di Reggio Calabria, con “l’aggravante – scrivono gli inquirenti – di aver commesso il fatto con modalita’ mafiose – in relazione alle indebite pressioni esercitate con modalita’ mafiose sull’Architetto Tallarida, gia’ responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Locri, in vista della concessione dei permessi e delle certificazioni necessari alla costruzione dell’immobile”. Tutto avveniva sotto la “regia” di Pietro Circosta e dell’avvocato Luca Maio. Quest’ultimo, nella sua qualita’ di consigliere della Provincia di Reggio Calabria, si sarebbe interessato agli iter amministrativi relativi agli immobili in questione.