Silvio Berlusconi tende la mano a Giuseppe Conte sull’emergenza. In un’intervista al Tg5, il leader di Forza Italia ha lanciato un appello al governo “per vincere questa terribile guerra contro questo nostro comune nemico”, il virus: “Ho fatto il presidente del Consiglio per quasi 10 anni e so bene quanto sia difficile governare un’emergenza così complessa. Quindi non rivolgo facili accuse a nessuno, tanto meno al presidente del Consiglio”. “Questo non è il momento delle recriminazioni (…) Dobbiamo smettere di litigare. Dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare seriamente, tutti insieme, per uscire da questa terribile crisi prima che sia troppo tardi, prima che il coronavirus faccia ancora più vittime e comprometta definitivamente la nostra economia”, ha sottolineato l’ex premier.
Il leader della Lega continua invece a soffiare sul fuoco del malcontento: “Mancano cassa integrazione, aiuti concreti a famiglie e imprese e programmazione, ma il governo che chiede ‘collaborazione’ obbliga il Parlamento a lavorare sui Decreti Clandestini che aumenteranno sbarchi e insicurezza in Italia”, ha scritto su Facebook Matteo Salvini, che ha pubblicato inoltre lo sfogo di un barista: “Conte alla salute, pago io, è la seconda volta che buttiamo via mille euro di birra quest’anno”, ha denunciato l’esercente. Per la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, invece un nuovo lockdown va scongiurato. “Il governo procede a tentoni”, ha attaccato in un’intervista a Skytg24. L’ex ministro dell’Interno, ha fatto sapere anche che la Lega si asterrà sull’emendamento “pro-Mediaset” al decreto Covid. “Ci tengo a intervenire personalmente, è da giorni che leggiamo di tutto e di più su un emendamento e su questo presunto scambio a cui io non credo, questo presunto inciucio Conte-Berlusconi, Forza Italia e maggioranza di governo, siccome io non credo a queste cose e ne ho parlato oggi stesso con il presidente Berlusconi”.
“Mediaset – ha proseguito Salvini – è una grande azienda italiana che va difesa a prescindere da simpatie politiche o partitiche. Se una azienda italiana come può essere Telecom o qualsiasi altra è bloccata nella sua operatività da qualcuno che italiano o straniero ha altre mire, se serve tutelare la concorrenza e il mercato in un settore delicato come l’informazione pubblica e privata, va fatto. Serve tutelare ogni piccola o grande azienda italiana da possibili scalate? Sì, serve farlo con una riforma organica cui come Lega e centrodestra non vediamo l’ora di dare un contributo ma gli emendamenti che arrivano alle 11 di sera non sono il modo migliore per risolvere problemi” ha concluso.