Sul blog l’appello alla Chiesa e’ lanciato attraverso un articolo di Nicola Filippone, preside dell’istituto Don Bosco di Palermo e autore di numerosi studi e ricerche sul Beato: “L’inserimento di 3P tra i patroni di Palermo – scrive Filippone – suggellerebbe in maniera definitiva l’estraneita’ dei mafiosi dalla fede cristiana.
Anche perche’ risulta dalle dichiarazioni dei collaboranti che la “punciuta”, ossia il rito con cui si entra in Cosa nostra, avviene tenendo in mano l’immagine del santo protettore della citta’. E mi chiedo come potrebbe un aspirante uomo d’onore, invocare l’aiuto di chi e’ diventato santo per avere combattuto la mafia!”. Sul blog, che ha avuto oltre 15 mila contatti in pochi mesi, sono pubblicati numerosi documenti e relazioni di padre Puglisi (ad esempio sei post raccolgono le sue spiegazioni sulle beatitudini evangeliche), foto e testimonianze di molti amici che lo hanno accompagnato nelle battaglie di una vita. Tra le piu’ toccanti, quella dell’assistente sociale missionaria Agostina Aiello (che per 23 anni fu al suo fianco) e dell’amica Paola Geraci, un medico che dopo l’autopsia si trovo’ a lavare il sangue dal corpo di padre Pino e a comporlo pietosamente per i funerali.
La scelta dei patroni delle citta’ (in genere Santi del luogo ma anche Beati) nella Chiesa cattolica e’ regolata dalle “Normae de patronis constituendis” promulgate il 19 marzo 1973 da papa Paolo VI. Vi si stabilisce che la scelta del patrono spetta a coloro che vogliono affidarsi alla sua protezione. Si tratta in pratica di una decisione che prende il vescovo locale dopo aver consultato il clero della citta’ e gli organismi pastorali. Ma nelle norme di Montini un ruolo importante e’ affidato soprattutto al popolo dei fedeli che e’ esplicitamente chiamato a esprimersi, se necessario anche mediante pubbliche consultazioni. Una volta presa la decisione da parte della diocesi, la ratifica finale e obbligatoria e’ poi affidata a un provvedimento della Congregazione per i Riti in Vaticano. Se l’appello dovesse percorrere tutto questo iter, padre Puglisi andrebbe ad affiancarsi come compatrono di Palermo a Santa Rosalia (1624), che libero’ la citta’ dalla peste, e a San Benedetto il Moro (1652). Prima della scelta di Santa Rosalia, erano venerate come patrone le Sante Agata, Ninfa, Cristina e Oliva, le cui statue sono collocate ai Quattro Canti di Palermo.