Approvato il nuovo codice degli appalti. Renzi: “Sboccheremo i lavori in Italia”

LUNEDI’ IN VIGORE Il premier: “Avevamo 36 mila stazioni appaltanti, con 14 anni di media per realizzare un’opera pubblica superiore ai 100 mln. Una follia totale” di Giuseppe Novelli

appalti cantiere edilizia

di Giuseppe Novelli

Da lunedì entrerà in vigore il nuovo codice degli appalti. Per Matteo Renzi si tratta di “un’operazione che va nella direzione di sbloccare i lavori in Italia”. E condanna l’attuale sistema degli appalti “che parte da 36 mila stazioni appaltanti, con 14 anni di media per realizzare un’opera pubblica superiore ai 100 mln. E’ una follia totale. In 14 anni i tempi morti della burocrazia pesano per oltre un terzo. Non solo, il sistema e’ talmente complicato e arzigogolato che la corruzione si annida”. Per il premier, “ora ci saranno meno norme e piu’ chiare. Passare da 660 articoli e 1500 commi a 217 articoli è una cosa enorme. Fosse tutto così il sistema italiano avremmo una semplificazione grandissima”, aggiunge. E “siccome sento dire in giro che manca partecipazione e democrazia in questo paese, inseriamo in questo codice degli appalti il principio del debat public sul modello francese, ma con la certezza dei tempi”, dice ancora Renzi.  Ribadisce che “la lotta alla corruzione per noi e’ una priorita. Questo governo sta lavorando con determinazione e dedizione non voglio dire sconosciuti prima, siamo assolutamente in prima fila”. Il presidente del Consiglio parla anche in merito alle risorse destinate al funzionamento della stess Autorità anti corruzione.

“Noi siamo fieri del lavoro dell’Anac. L’abbiamo voluta noi e siamo impegnatissimi affinché abbia tutte le risorse per farla funzionare bene”. Nel codice in questione, “noi abbiamo seguito le indicazioni del Parlamento” e il codice andava riformato prevedendo una “invarianza di spesa”. Dunque “non è un problema di spending, non è governo che ha deciso così ma la previsione parlamentare che ci impedisce” di prevedere nuove risorse nel codice. “Dopodiché verificheremo e siamo sempre al fianco dell’Anac”. In ogni caso, per il ministro delle Infrastrutture Delrio “non è il codice appalti il luogo per risolvere questi problemi”. Dopo un primo via libera lo scorso 3 marzo, la stesura finale del decreto legislativo, attuativo della delega prevista dalla legge 11/2016, doveva tenere conto dei tre pareri approvati dalla Conferenza Stato-Regioni, dal Consiglio di Stato e dalle due commissioni parlamentari competenti, la commissione Lavori pubblici del Senato e la commissione Ambiente della Camera. Ottenuta l’approvazione definitiva del Consiglio dei ministri, la norma relativa al nuovo codice degli appalti dovrà ottenere la firma del presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale entro il 18 aprile, termine della doppia scadenza della delega legislativa e del recepimento delle direttive Ue 23, 24 e 25 del 2015.