Politica

Approvato il nuovo decreto flussi: misure su ingresso dei lavoratori stranieri

In un Consiglio dei ministri durato un’ora e mezza, il governo ha approvato il nuovo decreto flussi, un insieme di misure che affronta non solo la gestione dell’immigrazione, ma anche la protezione delle vittime di sfruttamento lavorativo e le nuove modalità di gestione dei flussi migratori.

Questo decreto nasce dall’esigenza di rispondere a un fabbisogno crescente di manodopera in diversi settori strategici per l’economia italiana, come turismo e agricoltura, e introduce importanti cambiamenti nelle modalità di accesso per i lavoratori stranieri in Italia.

Le nuove disposizioni si estendono oltre il semplice tema dell’immigrazione, integrando aspetti di protezione internazionale e di rafforzamento delle misure contro le irregolarità e il caporalato. L’obiettivo del governo è stabilire regole più rigide, ma al tempo stesso creare un sistema che risponda con efficacia e celerità alle necessità del mercato del lavoro italiano.

Nuove regole per l’ingresso dei lavoratori stranieri

Il decreto flussi introduce un quadro più severo e dettagliato per l’ingresso dei lavoratori stranieri. Tra le novità principali c’è l’obbligo per i cittadini non appartenenti all’area Schengen, che richiedono un visto nazionale, di fornire le impronte digitali, una misura finora riservata solo ai richiedenti visti Schengen. Tale misura mira a migliorare i controlli sull’identità dei migranti e prevenire l’uso di documenti falsi.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha spiegato che il decreto prevede anche l’eliminazione dell’obbligo per i consolati italiani di fornire un preavviso formale in caso di rigetto della domanda di visto. Inoltre, vengono introdotte verifiche preventive più stringenti per il rilascio del nullaosta e del visto ai cittadini di alcuni Paesi, tra cui Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka. Questi Paesi sono stati individuati come critici per via del numero elevato di irregolarità riscontrate nelle domande di ingresso.

Per il momento, il rilascio di visti di lavoro sarà sospeso per i cittadini di queste nazioni, per consentire al governo di effettuare controlli più approfonditi in Italia. Per supportare l’aumento dei compiti amministrativi derivanti da queste nuove regole, il decreto prevede un potenziamento del personale del Ministero degli Esteri con l’assunzione di 200 nuovi dipendenti di ruolo e 50 impiegati a contratto.

10mila nuovi ingressi per badanti e assistenti agli anziani

Un capitolo fondamentale del decreto riguarda l’assistenza agli anziani e ai disabili, settori che in Italia soffrono di una carenza cronica di personale. Come annunciato da Tajani, il decreto prevede 10mila nuovi ingressi per badanti e assistenti a persone non autosufficienti. Questi lavoratori potranno entrare in Italia solo attraverso agenzie di lavoro autorizzate e sarà necessario ottenere il nullaosta per lavorare, dopo verifiche preventive effettuate in Italia.

Questa disposizione, ha spiegato il ministro, rappresenta una risposta concreta alle esigenze delle famiglie italiane, che spesso devono fare i conti con una carenza di lavoratori in grado di fornire assistenza qualificata agli anziani, soprattutto in contesti dove la popolazione invecchia rapidamente.

Il sistema dei click day: verso una riforma graduale

Un altro elemento centrale del decreto riguarda i cosiddetti click day, giornate dedicate alla presentazione delle domande di ingresso dei lavoratori stranieri in Italia. Spesso criticato per la sua inefficienza e per la difficoltà di accesso dovuta alla congestione dei sistemi informatici, il governo ha deciso di riformare progressivamente questo sistema.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha spiegato che il decreto prevede più click day rispetto al passato. L’introduzione di diverse giornate dedicate alle domande permetterà una gestione più ordinata delle richieste, evitando il sovraccarico dei sistemi e rendendo più fluido l’intero processo. Mantovano ha anche annunciato che l’obiettivo finale del governo è di abolire il click day, ma tale transizione richiederà tempo e passaggi intermedi, come la differenziazione delle giornate per tipologie di lavoratori e l’introduzione di un sistema di precompilazione delle domande.

In parallelo, si prevede una graduale regionalizzazione delle quote d’ingresso, che permetterebbe una programmazione dei flussi a livello locale. Tuttavia, per ora, l’organizzazione delle quote resterà centralizzata, con l’idea di avviare una fase sperimentale a livello regionale solo in un secondo momento.

Nuove regole per ong e soccorso in mare

Il decreto introduce nuove norme per il soccorso in mare, in particolare riguardo alle attività delle Ong. Viene stabilito l’obbligo per gli aerei delle Ong che operano in operazioni di soccorso di segnalare immediatamente qualsiasi incidente in mare alle autorità italiane. Questa disposizione si inserisce nel più ampio dibattito sulla gestione delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo, un tema centrale nelle politiche migratorie italiane ed europee.

Controlli sui cellulari dei migranti

Un’altra misura importante riguarda la possibilità di ispezionare i telefoni cellulari dei migranti richiedenti asilo. Secondo il nuovo decreto, questa pratica sarà ammessa per verificare l’identità e la provenienza geografica dei migranti, al fine di contrastare le falsificazioni di documenti.

Come spiegato dal sottosegretario Mantovano, l’ispezione sarà limitata solo ai dati necessari per identificare la persona o la sua origine. Non sarà consentito accedere alla corrispondenza personale o ad altre forme di comunicazione privata. Questa ispezione dovrà inoltre essere autorizzata dall’autorità giudiziaria e si svolgerà alla presenza di un mediatore culturale, con la redazione di un verbale.

Permesso di soggiorno per le vittime di caporalato

Un aspetto particolarmente rilevante riguarda la tutela dei diritti dei lavoratori stranieri. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato che il decreto prevede il rilascio di un permesso di soggiorno speciale per le vittime di caporalato che denunciano i loro sfruttatori. Questo permesso, della durata iniziale di sei mesi, potrà essere rinnovato per un ulteriore anno e prorogato se necessario.

Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di interventi già avviati dal governo per contrastare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo, che colpisce particolarmente i lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo e in altri lavori manuali. L’obiettivo è offrire una protezione concreta a chi trova il coraggio di denunciare situazioni di illegalità, favorendo al contempo la collaborazione nelle indagini.

60 giorni di tempo per trovare un nuovo lavoro

Il decreto introduce inoltre una misura che agevola i lavoratori stagionali: una volta scaduto il loro contratto, avranno a disposizione 60 giorni per trovare un nuovo lavoro senza rischiare l’espulsione. Durante questo periodo, il lavoratore non dovrà richiedere un nuovo permesso di soggiorno, e sarà anche possibile convertire il contratto stagionale in un contratto a tempo determinato o indeterminato, senza che ciò influisca sulle quote di ingresso stabilite dal decreto.

Niente sanatorie per evitare l’effetto richiamo

Infine, Mantovano ha chiarito che non saranno previste sanatorie per regolarizzare gli arrivi irregolari. Questo per evitare quello che viene definito un “effetto richiamo”, ovvero la possibilità che un’amnistia incoraggi ulteriori arrivi non regolamentati. Il sottosegretario ha ricordato che l’ultima sanatoria, varata dal governo Conte 2, è ancora in corso e solo il 40% delle domande è stato esaminato. Secondo il governo, è prioritario concentrare le risorse amministrative sulla gestione delle domande attuali, piuttosto che su quelle presentate diversi anni fa.

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