Economia

ArcelorMittal, governo in alto mare. Le controproposte di Conte e le tensioni M5s su scudo penale

Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riferiscono fonti parlamentari, ha inviato ad Arcelor Mittal le controproposte del governo affinche’ si riprenda la trattativa sull’ex Ilva. Tra queste anche la possibilita’ di uno scudo penale, oltre alla revisione del contratto d’affitto e alla eventualita’ della cassa integrazione per i lavoratori. Ma al momento non ci sarebbe stata alcuna risposta. Anzi, i legali di Arcelor Mittal questa mattina hanno depositato l’atto per il recesso del contratto di affitto. Intanto il premier questa mattina ha incontrato diversi parlamentari M5s pugliesi, in primis quelli tarantini, per ribadire il suo impegno. Ma quando e’ emerso il tema della tutela legale il confronto si e’ irrigidito, con l’ex ministro Barbara Lezzi che ha ribadito la sua posizione. Non abbiamo votato lo scudo prima e non lo faremo dopo, e’ la linea. Mentre alcuni presenti avrebbero aperto alla reintroduzione di una norma ‘soft’ di carattere generale. Il tema pero’ non e’ sul tavolo, visto che – spiegano anche fonti dem – si potra’ riproporre, eventualmente con un decreto, solo se ci saranno le condizioni per far ripartire il dialogo tra governo e Arcelor Mittal. Tuttavia le fibrillazioni all’interno del Movimento 5 stelle (stasera Di Maio interverra’ nell’assemblea pentastellata convocata dopo la seduta d’Aula) preoccupano e non poco gli alleati.

“Non possiamo – spiega una fonte del Pd – arrivare alle elezioni in Emilia Romagna con due fronti aperti, quello sull’ex Ilva e quello sull’Alitalia. Il rischio di subirne le conseguenze e’ altissimo”. Per ora si pensera’ a chiudere la legge di bilancio. Giovedi’ Conte ha convocato una riunione di maggioranza ma le fibrillazioni riguardano anche la manovra visto che si chiede da piu’ parti di rivedere la plastic tax e la sugar tax. “Si potrebbe anche aumentare il deficit”, azzarda una fonte pentastellata. Pd, M5s, Leu e Iv puntano a dire la propria sui singoli punti ma il governo ha gia’ fatto sapere che l’impianto potra’ essere modificato ma solo a saldi invariati. Diversi ‘big’ dem sono ancora tentati ad andare al voto dopo la legge di bilancio, qualora fosse necessario anche con un accordo per una conclusione ordinata della legislatura, ma l’obiettivo di Conte e’ quello di rilanciare l’asse Pd-M5s. Per questo motivo ha ipotizzato l’idea di un conclave e inviato ai ministri una lettera affinche’ in vista del Consiglio dei ministri di giovedi’ ogni responsabile dei singoli dicasteri recapiti le proprie idee per il futuro di Taranto. “Porteremo molte idee in Consiglio dei ministri”, risponde Franceschini. “Il governo e’ pronto ad ogni scelta”, afferma De Micheli. “Sostenere Conte per trovare una soluzione”, osserva Fornaro (Leu). “La letterina di Conte e’ uno dei punti piu’ bassi del governo”, attacca l’azzurro Mule’. “Il governo non ha fatto niente nell’ultimo anno”, chiosa Meloni.

SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA

Intanto, i sindacati non intendono assistere alla rovina dell’ex Ilva mentre la politica discute. Fim, Fiom e Uilm hanno preso anche loro carta e penna per scrivere ad ArcelorMittal sostenendo che non sussistono le condizioni giuridiche per la rescissione del contratto di affitto e quindi per la procedura di retrocessione dei relativi rami d’azienda. Gli impegni vanno rispettati e l’azienda deve dare risposte sedendosi subito ad un tavolo al ministero dello Sviluppo economico, laddove l’accordo vincolante e’ stato firmato. Nel giorno in cui si registra un nuovo incidente all’acciaieria di Taranto, le organizzazioni sindacali lanciano l’allarme sullo stato di manutenzione dello stabilimento ma soprattutto sulla riduzione dei livelli produttivi. Arcelormittal – afferma il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – sta fermando lo stabilimento e ha smesso di approvvigionarsi di materie prime; il rischio e’ che se gli altoforni cessano di operare il riavvio risultera’ troppo costoso. Il gruppo franco-indiano riuscirebbe cosi’ a togliere dal mercato l’acciaio pugliese, producendo altrove. I sindacati non accettano anche che si parli di esuberi e si faccia una trattativa a palazzo Chigi: “Non si fa cosi’- dichiara la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David – non siamo notai che ratificano accordi presi da altri”.

Noi siamo firmatari di un accordo vincolante e trovo incredibile che il tavolo al ministero dello Sviluppo economico, dove quell’accordo e’ stato firmato, non sia stato riconvocato”. Re David ribadisce la contrarieta’ ad ipotesi di nazionalizzazione ma indica invece l’ingresso di Cassa depositi e prestiti nell’azionariato di ArcelorMittal Italia, con una quota adeguata pari al 20-30%. Diversa su questo punto l’opinione del segretario generale della Fim Marco Bentivogli: “Immaginare un ruolo pubblico, peraltro senza investitori industriali e’ un film gia’ visto che ha messo in ginocchio il gruppo Ilva”. Secondo Bentivogli, il Consiglio dei Ministri di giovedi’ e’ “l’ultima chance” per varare d’urgenza una norma di portata generale che “ripari il pasticcio combinato con la soppressione dell’art.14 del decreto ‘salva imprese'”. L’auspicio di Bentivogli e’ che “l’ambiente, l’occupazione e la sovranita’ industriale del nostro paese siano piu’ importanti degli interessi particolari di cura del proprio collegio elettorale e delle prossime elezioni regionali”. Secondo il sindacalista, “la nostra fama di Paese politicamente inaffidabile sta facendo il giro del mondo proprio grazie allo spot negativo che rappresenta la gestione politica della vicenda Ilva” e il Presidente del Consiglio a partire dal Cdm di giovedi’ deve recuperare tempo e terreno perduto e ricostruire le condizioni per riaprire i confronto.

Pubblicato da
redazione