Archeologia, dall’Inghilterra a Gela pezzi nave VI sec a.C.

Archeologia, dall’Inghilterra a Gela pezzi nave VI sec a.C.
18 febbraio 2016

Dopo 28 anni di attesa, Gela ha potuto ricevere ed esporre nel proprio museo archeologico regionale i pezzi restaurati del relitto della nave greca risalente al VI sec. a.C., scoperta nel 1988 da due sub nel mare di contrada Bulala, a est di Gela, unica testimonianza al mondo di fasciame a incastro legato da fibre vegetali. I reperti, recuperati nel 2008 e trattati chimicamente in Inghilterra per il processo di desalinizzazione, sono contenuti in 44 casse, ma solo una parte è fruibile ai visitatori, per soli tre giorni (fino al 20 febbraio) per motivi di fragilità. Una mostra, quella inaugurata oggi, “che non avrei mai permesso – ha detto il sovrintendente ai beni culturali di Caltanissetta, Lorenzo Guzzardi – se non fosse stato attivato un delicato sistema di climatizzazione”, realizzato grazie al contributo di 130 mila euro erogato dall’Eni, attingendo al fondo di compensazione istituito in favore del Comune di Gela dopo la firma del protocollo d’intesa sul petrolchimico”.

Ora si guarda al Museo del mare, il cui primo lotto, secondo il direttore del parco archeologico, Elio Turco, dovrebbe andare in gara nei prossimi giorni. Per il sovrintendente al mare, Sebastiano Tusa, “va affrontato subito il problema del rimontaggio della nave che ci impegna tutti e che deve innescare, in mancanza di fondi, un rapporto di collaborazione pubblico-privato per la sponsorizzazione dei progetti”. “Dalla Sicilia non dovrebbe emigrare nessuno, nemmeno i beni culturali – ha aggiunto, ammonendo che “la nascita a Gela di un ‘laboratorio bagnato’ per il restauro e la conservazione dei reperti recuperati in mare deve essere una priorità assoluta”.

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