Archeologia, scoperto a Gela calendario preistorico III sec a.C.

Archeologia, scoperto a Gela calendario preistorico III sec a.C.
4 gennaio 2017

Straordinaria scoperta archeologica a Gela. Rinvenuta, a 8 chilometri dalla città, in contrada “Cozzo Olivo” a poca distanza dalle necropoli preistoriche di “Grotticelle”, “Ponte Olivo” e di “Dessueri”, una ‘Pietra Calendario’. Si tratta di un megalite forato dagli uomini nel periodo preistorico (probabilmente VI-III millennio a.C.), quando esso veniva utilizzato come calendario per misurare le stagioni e i solstizi, avendo come riferimento i movimenti del sistema astrale. Autori dell’eccezionale ritrovamento, avvenuto durante lo scorso solstizio d’inverno, sono gli archeologi Giuseppe La Spina, Michele Curto, Mario Bracciaventi, con il supporto tecnico di Vincenzo Madonia.

La scoperta vera e propria è stata fatta durante il sopralluogo ai “bunker anti-scheggia” (le cosiddette “casematte” del secondo conflitto mondiale) per realizzare dei percorsi di studio da proporre alle scuole del territorio. Il direttore regionale dei “Gruppi Archeologici d’Italia”, Alberto Scuderi, noto studioso di archeo-astronomia, ha intuito, dal minuzioso rapporto ricevuto, l’importanza del sito, suggerendo tutte le verifiche necessarie per una conferma scientifica. L’esperimento è stato effettuato lo scorso dicembre, durante il solstizio d’inverno, con l’ausilio di bussola, macchine fotografiche e di una videocamera installata su un “drone” dotato di gps. Scienziati e studiosi, ricevuti i dati dell’esperimento, hanno confermato che si tratta di “Pietra Calendario”. Ora non resta che annunciare al mondo la straordinaria scoperta. Una conferenza stampa e’ stata annunciata per oggi pomeriggio alle 17, nella biblioteca del Museo Archeologico di Gela. Interverranno lo stesso Alberto Scuderi, Andrea Orlando, astrofisico dell’Università di Catania e direttore dell’istituto di archeo-astronomia di Sicilia, Francesco Polcaro, del Cern, Ferdinando Maurici, archeologo, direttore del museo di Terrasini, ed Ennio Turco, direttore del museo di Gela.

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