Area Popolare esplode sul nascere. In Campania primo scontro
Alla prima prova di alleanza Udc e alfaniani si dividono. Ecco lo scenario del centrodestra nelle regioni in cui a maggio si andrà al voto
di Carlantonio Solimene
Politiche del 2013. Al Senato, smentendo i pronostici, il centrodestra guidato da Berlusconi conquista alcune regioni chiave e impedisce a Bersani di raccogliere una maggioranza sufficiente per governare. Tra le regioni strappate al centrosinistra, la roccaforte del Veneto e due piccole sorprese: Puglia e Campania. Che sono anche tre delle sette amministrazioni da rinnovare il prossimo 31 maggio. Confermarsi maggioranza in queste regioni significherebbe aver sconfitto Renzi. Ma non accadrà. Per una serie di veti, rancori personali, diverse visioni politiche. Nell’anno zero del centrodestra, non c’è una sola regione in cui il vecchio schema Forza Italia (o Pdl) più Lega sarà riproposto nella sua versione vincente. Vediamo perché.
CAMPANIA Nell’unica regione guidata ancora da un’esponente di Forza Italia, Stefano Caldoro, la maggioranza uscente stenta a trovare la quadra per coalizzarsi. In realtà alla fine i centristi si accorderanno con Berlusconi – annuncio il prossimo 18 aprile – ma i malumori in casa Udc provocheranno il primo colpo di scena. Area Popolare, la creatura nata dall’intesa tra Alfano e Cesa, si presenterà alle urne con due liste diverse: le “vecchie” Ncd e Udc. Perché, tra gli eredi dello scudo crociato c’è maretta. Giuseppe De Mita (su “pressioni” dello zio Ciriaco) vorrebbe infatti escludere dalle liste Pietro Foglia, attualmente presidente del Consiglio regionale, contro il parere di Pasquale Sommese, longa manus in Campania di Lorenzo Cesa. Risultato: due liste diverse: una, l’Udc, più demitiana; l’altra, Ncd, con Foglia. In più molti criticano Gioacchino Alfano (coordinatore regionale di Ncd) per la candidature finora ipotizzate: tra i nomi proposti ci sarebbero Clemente Mastella e Paolo Romano, in manette undici mesi fa per concussione. Non finisce qui, perché all’interno della stessa Forza Italia non c’è uniformità di vedute. I fittiani alla fine dovrebbero appoggiare Caldoro. Il cosentiniano Vincenzo D’Anna, invece, schiera una lista pro-De Luca, candidato Pd. Perché, D’Anna dixit, “Caldoro è ottimo politico ma pessimo amministratore”. Chi ci capisce è bravo.
VENETO È l’altra grande partita del 31 maggio. Da un lato Salvini-Berlusconi con Zaia, dall’altro Tosi appoggiato da Alfano. Non solo, col sindaco di Verona si sono schierati anche i “ricostruttori” azzurri vicini a Cinzia Bonfrisco che, stando ai numeri, sarebbero in larga maggioranza tra gli esponenti locali di Forza Italia. Non faranno una propria lista, ma saranno ospitati in quella di Tosi. Sullo sfondo, un ambizioso progetto nazionale: unire Alfano, Tosi, Fitto e magari anche Passera per costituire il vero polo moderato da portare al ballottaggio nel 2018 contro Renzi, contrapposto all’asse FI-Lega. Tutto dipenderà dal risultato delle Regionali, un derby nel centrodestra che potrebbe avvantaggiare l’antagonista del Pd, Alessandra Moretti.
LIGURIA Sula riviera l’unica consolazione è che la sinistra è spaccata almeno quanto il centrodestra, col candidato civatiano Luca Pastorino che corre nei sondaggi (i suoi lo danno al 19%). Ma il centrodestra non sembra volerne approfittare. Toti, candidato da FI e sostenuto a malincuore dai leghisti, che gli preferivano il loro Edoardo Rixi, non godrà dell’appoggio degli alfaniani, che si sarebbero accordati con Renzi per sostenere Raffaella Paita. Una mossa che ha fatto esplodere l’Ncd locale. Il coordinatore regionale Luigi Zoboli ha inviato una mail di fuoco a tutti i big chiedendo di rimettere in discussione la decisione e lamentandosi della gestione del partito da parte di Quagliariello e Alfano. Ne è nata una discussione a più voci nella quale alcuni esponenti hanno definito il Nuovo Centrodestra “un partito finito”.
TOSCANA Nella regione più “nazarena” d’Italia Forza Italia non ha neanche aperto il dossier candidature, dando la sconfitta per certa. Lega e Fratelli d’Italia, invece, presentano al momento due candidati diversi: il lombardo Claudio Borghi per il Carroccio, Giovanni Donzelli per gli eredi di An. Ma l’appoggio dato da Salvini alla Poli Bortone in Puglia potrebbe rimescolare le carte. Oggi la Meloni terrà una conferenza stampa in Toscana. Se ne saprà, forse, di più.
MARCHE Gian Mario Spacca, dopo due legislature da governatore col centrosinistra, si ricandida appoggiato da Area Popolare. Berlusconi è davanti a un bivio. Varare anche qui l’asse con la Lega o turarsi il naso e appoggiare a sua volta Spacca. I sondaggi dicono che questa soluzione avrebbe ampie possibilità di vittoria, e strappare la regione al centrosinistra metterebbe in seria difficoltà il premier Renzi. Basterà per superare tutti i rancori. Forse sì.
UMBRIA È l’eccezione che conferma la regola: il centrodestra intero – con Salvini e Alfano sorprendentemente insieme – appoggia la corsa di Claudio Ricci. Un’unica controindicazione. I sondaggi sono impietosi e alle Politiche 2013 Pdl e Lega, insieme, raccolsero solo il 25% dei consensio. Come dire: l’unità c’è, ma solo quando non serve.