Area Riformista si spacca. Bersani l’ultimo giapponese

Area Riformista si spacca. Bersani l’ultimo giapponese
29 aprile 2015

Si spacca Area Riformista, la principale area della minoranza Pd. “Almeno 50” deputati sui circa 80 che fanno riferimento alla corrente hanno sottoscritto un documento che sostiene il sì alla fiducia sull’Italicum, nonostante i leader dell’area, Bersani e Speranza in testa, si siano espressi per il non voto. Come anche Gianni Cuperlo: “E’ difficile immaginare che lo strappo non abbia delle ripercussioni anche sui termini politici della legislatura e sui tempi della legislatura. Mi sembra che se c’era la possibilita’ che la legislatura avesse un accorciamento dei suoi tempi, porre la fiducia in questo modo sulla legge elettorale, certo, non aiuta”.  Il numero dei pro-voto spiega Matteo Mauri, è destinato a salire: “Ci stiamo ancora lavorando”. Questo il documento: “Aver messo la fiducia sulla legge elettorale è un atto che si sarebbe potuto evitare. In queste ore veniamo chiamati a esprimere ad alta voce la nostra posizione. Dovremo dire se confermiamo la nostra fiducia al Governo oppure no. Lo facciamo di fronte ai cittadini italiani. Se non ci fossero i numeri il Governo cadrebbe, con tutte le conseguenze del caso. E cadrebbe sulla legge elettorale. Tutti riconoscono che la legge elettorale uscita dal Senato sia molto migliore di quella votata dal PD nel primo passaggio alla Camera. E se è migliore è grazie alle modifiche significative frutto soprattutto del lavoro di Area Riformista e del dialogo dentro il Pd. Un risultato che abbiamo il dovere di rivendicare con forza anche se non condividiamo il numero eccessivo di eletti bloccati. L’abbiamo detto, scritto e lo confermiamo”.

Ma ci si chiede nel documento: “Questi motivi sono sufficienti per far cadere un Governo, il nostro Governo, e per di più in questa fase delicatissima per l’Italia? Noi di Area Riformista che abbiamo deciso di votare la fiducia crediamo di no. Per questo la votiamo. Far cadere il governo del Pd sarebbe una scelta irresponsabile e autolesionista. Che non possiamo condividere”. Prosegue il documento di Area Riformista pro-fiducia: “Questo non ci impedisce di dire che riteniamo un grave errore aver continuamente esasperato i toni.
Questo passaggio poteva essere gestito in modo del tutto diverso e meno conflittuale. E le forzature, iniziate con il Jobs Act sui licenziamenti collettivi, e proseguite anche in questi giorni fino alla raccolta di firme tra i Segretari regionali e provinciali fatta in una fase così delicata sono state degli errori. Come se sul territorio non ci fossero già abbastanza problemi. Così si è solo dimostrato una volta in più che le prove muscolari non portano lontano. Chiunque le faccia. Non votare la fiducia non è una dimostrazione di coraggio. È una scelta politica. E la nostra scelta è sempre, coerentemente, invece quella di migliorare i provvedimenti e costruire le condizioni del dialogo e dell’unità nel PD. In modo ostinato. Contro gli estremisti e i tifosi. Un ruolo molto scomodo. Del resto il nostro riferimento è sempre stato e rimane la carta d’intenti dell”Italia Giusta’”.

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Quanto ai prossimi passi, “abbiamo sempre creduto che il punto di equilibrio sulle Riforme si potesse trovare non concentrandosi solo sulla legge elettorale ma sull’equilibrio tra la nuova legge elettorale e le Riforme Istituzionali. In particolare sulle funzioni e sulla conseguente composizione del Senato. Noi ci crediamo veramente. Su questo punto il Ministro delle Riforme due giorni fa ha usato in Aula parole di disponibilità che oggi il Presidente del Consiglio ha pubblicamente rilanciato. Sono solo parole o sono impegni concreti? Se sono impegni concreti allora per noi devono subito tradursi in fatti e proposte chiare. Migliorare la riforma della Costituzione diventa determinante per migliorare gli equilibri e quindi il profilo democratico delle intere Istituzioni. Questo è strettamente connesso con la legge elettorale. Determina l’assetto complessivo e quindi il giudizio sulla qualità delle riforme. Una cosa che sarebbe utile all’Italia e agli italiani. Il nostro impegno proseguirà senza sosta sui temi dello sviluppo, del lavoro e della giustizia sociale, che rappresentano oggi le preoccupazioni principali delle cittadine e dei cittadini italiani e che sono il fondamento di una azione riformista di Sinistra. lo faremo dalla nostra salda posizione di minoranza del partito, una minoranza solida, autonoma nelle scelte e responsabile nei comportamenti”.

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