Quinta vittoria in cinque partite per l’Italia nella qualificazioni per Euro 2020. Gli Azzurri di Roberto Mancini hanno battuto 3-1 in rimonta l’Armenia a Yerevan salendo a quota 15 punti nel gruppo J. Dopo il vantaggio dei padroni di casa all’11’ con un contropiede finalizzato da Karapetyan (poi espulso al 46′), l’Italia ha trovato il pareggio da due passi con Belotti al 28′. Nella ripresa la rete di Pellegrini e l’autogol del portiere. Per la prima gara della stagione Roberto Mancini conferma un centrocampo con pochi centimetri ma dai piedi buoni, con Barella e i due play Jorginho-Verratti chiamati a rifornire un tridente offensivo che vede Belotti punta centrale e Chiesa e Bernardeschi sugli esterni. Davanti a Donnarumma la difesa a quattro è formata da Florenzi, Bonucci, Romagnoli ed Emerson Palmieri.
I successi ottenuti a giugno con Liechtenstein e Grecia hanno dato morale all’Armenia del neo romanista Mkhitaryan, stella indiscussa della nazionale di casa e a segno in entrambi i precedenti con gli Azzurri nelle qualificazioni al Mondiale 2014. Al ‘Republican Stadium’ Verratti e Jorginho si alternano in cabina di regia, ma nei primi minuti l’Italia fatica a costruire gioco anche per via del pressing dei padroni di casa, che all’11’ passano a sorpresa in vantaggio con un’improvvisa ripartenza: passaggio impreciso a metà campo, Barella viene anticipato da Barseghyan, che percorre trenta metri palla al piede e serve Karapetyan, il cui diagonale si infila alle spalle di Donnarumma. Per l’attaccante, che gioca in Russia con il Sochi, è il terzo gol consecutivo nelle qualificazioni dopo i centri con Liechtenstein e Grecia. Trovato il vantaggio l’Armenia arretra nella propria metà campo, lasciando agli Azzurri il pallino del gioco. Ci prova Chiesa con un destro centrale bloccato da Hayrapetyan, poi al 23′ Bernardeschi servito da Chiesa esalta i riflessi del portiere armeno.
Il pareggio arriva al 28′: Emerson Palmieri – costante la sua spinta a sinistra – salta un uomo e crossa sul secondo palo per Belotti, che realizza al volo il suo sesto gol in Nazionale. Passa solo un minuto e l’Italia potrebbe ribaltare il risultato, ma il sinistro a giro di Bernardeschi scheggia la traversa e si perde sul fondo. Sale di ritmo l’Italia, che sposta il pallone da destra a sinistra mostrando di non aver perso l’abilità nel palleggio. Al 40′ Jorginho pesca in area Belotti, che segna ma in posizione di fuorigioco. Gol giustamente annullato. Poco dopo è ancora l’attaccante del Torino, servito in profondità da Barella, a sfiorare il palo. Nel recupero del primo tempo l’autore del gol armeno, Karapetyan, rimedia la seconda ammonizione per una leggera gomitata sul volto di Bonucci e lascia i suoi in inferiorità numerica. Un duro colpo per i padroni di casa, graziati da Belotti che incespica a pochi passi dalla porta e non sfrutta così l’azione costruita sull’asse Jorginho-Chiesa. Nella ripresa l’Italia spinge, ma in maniera disordinata.
Dopo una pericolosa ripartenza di Mkhitaryan, fermato con un fallo provvidenziale da Barella al limite dell’area, Mancini decide di inserire Lorenzo Pellegrini al posto di Chiesa. Un cambio che risulterà decisivo. Ma è sempre Mkhitaryan a rendersi pericoloso in contropiede, con Emerson che recupera in extremis murando la conclusione del neo acquisto della Roma. Al 70′ entra anche Sensi al posto di Barella, che ci prova da fuori mandando alto sopra la traversa. L’Armenia si chiude bene, gli Azzurri faticano a trovare spazi. Vale oro il primo gol in Nazionale di Lorenzo Pellegrini, che al 77′ si avventa sul cross dalla destra di Bonucci, prende il tempo ad Haroyan e gira di testa alle spalle di Hayrapetyan. Tre minuti dopo l’Italia mette in cassaforte il risultato grazie a Belotti: l’attaccante del Torino si gira e di sinistro centra il palo, il pallone rimbalza sulla schiena di Hayrapetyan e finisce in rete. Nel recupero Belotti segna ancora su assist di Pellegrini: l’arbitro annulla, ma stavolta sbaglia perché la posizione è regolare. Finisce 3-1 per l’Italia come nell’unico precedente in Armenia nel 2012, l’Europeo è sempre più vicino.