Due arresti e 28 indagati, per i quali il gip non ha ritenuto opportuno emettere un provvedimento restrittivo, rappresentano il bilancio di un nuovo filone d’inchiesta nell’ambito dell’operazione “Azimut” del Ros dei carabinieri di Napoli contro il clan dei Casalesi. In manette per porto illegale di armi e detenzione, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti Antonio Orlando Manzi e Raffaele Fiorinelli.
Il primo filone d’indagine, chiuso il 10 novembre 2015, aveva portato a 19 arresti. Sotto la lente degli investigatori, il gruppo Iovine di San Cipriano d’Aversa, con a capo i fratelli Mario e Salvatore, nipoti di Mario Iovine, cofondatore dei Casalesi, ucciso in Portogallo il 6 marzo 1991. Secondo quanto ricostruito da magistrati, il gruppo Iovine, approfittando di un vuoto di potere creatosi all’interno del clan dopo la cattura del boss Michele Zagaria nel 2011, aveva preso il controllo di una larga zona del Casertano, anche attraverso rapporti con altre cosche campane. Tra queste il gruppo criminale dei Graziano di Quindici, nell’Avellinese di cui Manzi sarebbe stato a lungo un affiliato. Attraverso Manzi, per i pm, il gruppo Iovine aveva realizzato un traffico di droga culminato con la cessione, attraverso un suo emissario poi arrestato, di 10 chili di hashish a Fiorinelli. Carico di stupefacenti sequestrato il 17 dicembre 2013 e, – ricorda una nota del procuratore aggiunto di Napoli, Filippo Beatrice – destinato allo spaccio nelle località costiere marchigiane.