La Guardia di Finanza ha arrestato a Milano Cecilia Marogna, 39enne manager sarda coinvolta nelle indagini relative a una presunta appropriazione di fondi della Santa Sede, indagini che riguardano in particolare il cardinal Giovanni Angelo Becciu. Marogna è stata fermata dai finanzieri sulla base di un mandato di cattura internazionale dell’Interpol su richiesta dei magistrati vaticani, che procedono per peculato per distrazione di beni.
All’arresto potrebbe ora seguire una richiesta di estradizione da parte della Città del Vaticano, anche se al momento, sul piano giudiziario, tecnicamente la donna è a disposizione del presidente della Corte d’appello milanese, che entro 48 ore dovrà prendere una decisione. Le indagini riguardano fondi per missioni umanitarie che sarebbero stati in realtà destinati altrove. Ma pochi giorni fa in un’intervista Cecilia Marongia aveva affermato di rivendicare “il risultato di aver costruito una rete di relazioni in Africa e Medio Oriente per proteggere Nunziature e Missioni da rischi ambientali e da cellule terroristiche”.
Nel mirino degli inquirenti vaticani sarebbero finiti bonifici per un totale di 500 mila euro che la donna avrebbe ricevuto dalla Santa Sede per operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa, e che, quasi per la metà, sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di borsette, cosmetici e altri beni di lusso. Tra l’altro, 12mila euro sarebbero stati spesi da Poltrona Frau, 2.200 da Prada, 1.400 da Tod’s, 8 mila da Chanel.
La manager cagliaritana avrebbe stretto relazioni con la Segreteria di Stato vaticana nel 2016, quando il cardinale Angelo Becciu era Sostituto per gli Affari generali – praticamente il numero tre nella gerarchia vaticana -, accreditandosi come esperta di relazioni diplomatiche e mediatrice nelle crisi internazionali.
In possesso di una lettera firmata da Becciu che la indicava come persona di sua fiducia, quella che la stampa ha già definito la “dama del cardinale” avrebbe beneficiato del denaro in diverse tranche fra il dicembre 2018 e il luglio dello scorso anno sul conto corrente della Logsic, la società slovena, con sede nella capitale Lubiana, di cui risulta amministratrice. Versamenti tutti con causale “contributo per missione umanitaria”. Peraltro, la stessa Logsic si sarebbe rivelata una società fantasma. Il caso Becciu, emanazione dell’inchiesta sull’acquisto da parte della Segreteria di Stato di un immobile di lusso in Sloane Avenue, a Londra, è esploso con la recente udienza-shock in cui il Papa ha privato il 72enne presule sardo della carica di prefetto per le cause dei Santi e dei diritti connessi al cardinalato.