Usava Internet e i social network per fare proseliti e rafforzae le fila dei jihadisti. E così nel corso nella notte, i carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di un 38enne originario di Bari, indagato per “Istigazione a delinquere aggravata dall’uso del mezzo telematico”. Si tratta di Nicola Ferrara, ritenuto un radicalizzatore dello Stato islamico. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip Guido Salvini su richiesta dei pm Alberto Nobili, Piero Basilone e Leonardo Lesti della Procura di Milano.
L’indagine ha consentito di documentare come il giovane “aderendo pienamente all’ideologia estremista di matrice salafita, si è impegnato nel diffondere il credo propugnato dall’autoproclamato Stato Islamico, esaltandone le gesta in chiave apologetica e istigando i propri interlocutori a unirsi al jihad globale contro i miscredenti”. Per realizzare il proprio progetto, il 38enne ha utilizzato Internet e i social media (Facebook e la piattaforma Sound Cloud) per condividere immagini e documenti audio/video di esaltazione delle azioni violente del Daesh. I fatti contestati, commessi a Milano dal novembre del 2015 e tutt’ora in atto, sono per gli inquirenti aggravati dalle finalità di terrorismo internazionale e dall’utilizzo dello strumento informatico e telematico.
Inoltre, la pericolosità dell’uomo, evidenziano gli inquirenti, “è stata avvalorata dal circuito relazionale – sia nazionale, sia internazionale – particolarmente qualificato, composto da una rete di persone dedite alla sistematica propaganda a favore dello Stato Islamico e dell’esaltazione del Jihad mediante la condivisione di post e commenti sui social”. In un’intercettazione del 27 marzo Ferrara avrebbe commentato che l’emergenza Covid “è una cosa di Allah, una cosa positiva” perché “la gente sta impazzendo” e per i non musulmani “tutto l”haram’ adesso è difficile farlo”, ossia sono stati tolti loro i vizi.