Intestazione fittizia di beni, Fabrizio Corona arrestato a Milano. Pm: “tesoretto” è dell’ex reporter. E spuntano altro soldi in Austra

GIUSTIZIA Per il re dei paparazzi scattano le manette dopo il sequestro preventivo di 1,7 milioni di euro rintracciati venerdì scorso nell’abitazione della sua collaboratrice

corona

Fabrizio Corona torna in carcere. Il pm della Dda di Milano, Paolo Storari, ha chiesto e ottenuto l’arresto dell’ex fotografo dei vip dopo il sequestro preventivo di 1,7 milioni di euro rintracciati venerdì scorso 7 ottobre nell’abitazione della sua collaboratrice Francesca Persi, pure lei finita in carcere. Soldi in contanti, impacchettati, e nascosti in un controsoffitto che, stando all’accusa, sarebbero il frutto di guadagni in nero realizzati da Corona presenziando serate in discoteca, in locali notturni o altri eventi mondani. Secondo i pm Ilda Boccassini e Alessandra Dolci, quel ‘tesoretto’ appartiene a Corona e non all’amministratrice di fatto della societa’ ‘Atena’. Spunta anche “tesoretto austriaco” nell’inchiesta milanese. Quindi, non solo il fiume di denaro – 1,7 milioni di euro in contanti – che, come detto, la donna nascondeva a casa sua, occultati in un controsoffitto, ma il gip di Milano, Paolo Guidi, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, parla anche di un’altra somma di denaro, compresa tra il milione e il milione e mezzo di euro, occultata in un conto corrente in Austria. Soldi che anche in questo caso sarebbero riconducibili a Corona e alle sue attività “in nero” e che Francesca Persi avrebbe portato in contanti, in diversi viaggi, dall’Italia fino in Austria. L’accusa contestata a Corona è intestazione fittizia di beni con l’aggravante di aver commesso il fatto durante il periodo di affidamento in prova sul territorio. Aggravante, esclusa, per la Persi, amministratrice di diritto della società Atena, che detiene i diritti di immagine dell’ex fotografo dei vip. Corona ottenne l’affidamento in prova ai servizi sociali dopo circa 2 anni e mezzo trascorsi nel carcere di opera.

A giugno 2015 il giudice del Tribunale di Sorveglianza, Giovanna Di Rosa, gli concesse la misura alternativa al carcere da scontare all’interno della comunità “Exodus” di Don Mazzi, a Lonate Pozzolo, in provincia di Varese. Dopo circa 4 mesi, a ottobre scorso, lo stesso giudice dispose per lui l’affidamento in prova ai servizi sociali sul territorio, concedendogli di fatto la possibilità di lasciare la comunità di recupero e di rientrare a casa, anche se con una serie di prescrizioni. Paletti non sempre rispettati: come quando alcune riviste di gossip pubblicarono alcune foto osè che lo immortalavano, a maggio scorso, a Capri, in barca, in compagnia della sua nuova fiamma, Silvia Provvedi. Uno “strappo” che spinse il giudice Di Rosa a stabilire una serie di restrizioni per Corona, come il divieto di “lasciare il territorio della Regione Lombardia” e di “compiere viaggi all’estero”, con l’obbligo, per lui, di “tenere una condotta adeguata alle misura alternativa in corso”. Proprio nei giorni scorsi è arrivata la decisione sul ricalcolo della pena sulla base della continuazione tra alcuni reati relativi a condanne già definitive: a Corona, ha stabilito il gip Moccia, restano da scontare 5 anni e un mese di carcere, e perciò può continuare con il regime di affidamento in prova ai servizi sociali. La situazione è precipitata negli ultimi giorni. Soprattutto dopo il sequestro del “fiume” di contanti – 1 milione e 700 mila euro – che i militari della Guardia di Finanza hanno trovato, nascosti in un controsoffitto, all’interno della casa di Francesca Persi, vecchia conoscenza di Corona (fu lei, nel gennaio 2013, a prestargli l’auto per fuggire in Portogallo). La donna risulta amministratore di diritto di Atena, società di promozione eventi che detiene i diritti di immagine dello stesso Corona. Il sospetto degli inquirenti milanesi è che si tratti di una “testa di legno” e che sia Corona – colpito da alcuni interdizioni in seguito alla bancarotta della sua ex società La Fenice – il reale amministratore di fatto della società. Da qui l’accusa di intestazione fittizia di beni che ha portato al nuovo arresto dell’ex fotografo e di Francesca Persi.