Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, violenza sessuale, estorsione e istigazione alla corruzione. Questi i reati contestati a vario titolo a cinque persone nei cui confronti i carabinieri di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palmi (Rc), hanno eseguito altrettante ordinanze di custodia cautelare. Gli indagati, negli ultimi due anni, avrebbero impiegato cittadini romeni e un maliano come braccianti in due aziende agricole dell’area pre-aspromontana, con paghe irrisorie (in media, meno di un euro per ora di lavoro) e in totale e continuata violazione della normativa in materia. Nel corso delle indagini sono stati accertati anche due episodi di violenza sessuale ai danni di braccianti romene.
Destinatarie delle misure sono due coppie di coniugi: Antonino Violi e Giuseppina Zagari, di 65 e 61 anni, imprenditori di Sant’Eufemia d’Aspromonte (Rc), e Luigi Violi, 79 anni, e Concetta Cannizzaro, 75 anni, pure di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Con loro e’ indagato Vasile Dobrea, 27 anni, rumeno, da tempo irreperibile, all’epoca dei fatti domiciliato nel centro aspromontano. Antonino Violi e Giuseppina Zagari sono stati rinchiusi nella casa circondariale di Reggio Calabria, mentre Luigi Violi e’ stato posto agli arresti domiciliari. Per gli altri due indagati e’ stato disposto l’obbligo di firma. Le indagini dei Carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto di Palmi Giuseppe Casciaro e dal sostituto procuratore Daniele Scarpino, erano state avviate a seguito della denuncia di un cittadino rumeno sfruttato.
Gli inquirenti avrebbero documentato l’impiego, tra settembre 2017 e marzo 2018, di cittadini di nazionalita’ romena e maliana, in attivita’ agricole in aperta violazione delle piu’ elementari norme sul lavoro ed in condizioni alloggiative definite “indecorose”, da parte degli imprenditori Violi e della Zagari. Sono stati, inoltre, accertati due distinti episodi di violenza sessuale in danno di due lavoratrici romene da parte di Antonino Violi e Vasile Dobrea, nonche’ due episodi d’istigazione di militari dell’Arma alla corruzione e, in particolare, a omettere dei controlli nei confronti delle attivita’ agricole condotte dai coniugi Violi Luigi e Concetta Cannizzaro “in cambio di materiali utilita’”. Nel corso delle indagini, espletate anche tramite attivita’ tecniche, gli inquirenti hanno ascoltato i lavoratori sfruttati che hanno descritto, con dovizia di particolari, i soprusi subiti durante le lunghe giornate lavorative nei campi nonche’ le condizioni di vita a cui erano costretti.
I lavoratori, tutti di nazionalita’ romena e maliana, hanno dettagliatamente indicato l’inumano orario di lavoro al quale sono stati quotidianamente sottoposti, unitamente ad altri operai che si trovavano nelle stesse condizioni, nell’arco di una giornata che iniziava alle prime luci dell’alba e terminava al tramonto o, spesso, addirittura alle 22. Sfruttati per una paga irrisoria loro versata e che si aggirava sui 350-400 euro al mese, a volte addirittura non corrisposta o non versata nei termini pattuiti, che i lavoratori erano costretti ad accettare anche dietro minaccia, come nel caso di una lavoratrice romena che Giuseppina Zagari avrebbe costretto a sottoscrivere una ricevuta di smme mai ricevute. Le dichiarazioni delle vittime hanno fatto emergere condizioni abitative assolutamente degradanti, nonche’ l’espletamento dell’attivita’ lavorativa in assenza misure in materia di sicurezza sul lavoro.
Le estenuanti giornate lavorative, fatte di offese e trattamenti degradanti, sono diventate ancora piu’ sconvolgenti in occasione delle due aggressioni a sfondo sessuale perpetrate da Antonino Violi e da Dobrea Vasile ai danni di due lavoratrici. Luigi Violi e Concetta Cannizzaro avrebbero anche tentato di eludere un controllo dei Carabinieri, cercando di sminuire la serieta’ della situazione di sfruttamento e offrendo dei prodotti caseari, offerta che i militari hanno rifiutato con fermezza procedendo a rilevare le irregolarita’ riscontrate. Nel corso delle perquisizioni nelle proprieta’ di Antonino Violi e Giuseppina Zagari sono stati rinvenuti un fucile a pompa e 3 pistole di vario calibro in buono stato di conservazione, con matricola abrasa e complete di relativo munizionamento nonche’ una somma contante di oltre 30.000 euro in banconote di, vario taglio.