Arriva il codice di diritto animale

Arriva il codice di diritto animale
11 luglio 2017

Finalmente anche l’Italia ha il suo codice di diritto animale: una raccolta di norme, di regolamenti, di casi e giurisprudenza che mette nero su bianco tutti i diritti, i doveri e i rischi legati al possesso, alla proprietà e alla detenzione dei nostri amici a quattro zampe. Una settimana fa l’opera è stata pubblicata sul sito web www.cassazione.net; è redatta da due attivisti Lav – Andrea Cristofori, responsabile canili ed esperto nel settore legale, e Alessandro Fazzi, consulente della Lega anti vivisezione – ed è stata tenuta a battesimo dal paladino dei diritti dei più deboli nel nostro Paese, l’ex pm torinese Raffaele Guariniello. D’ora in poi sarà possibile a chiunque capire le conseguenze della detenzione del cane che abbaia in condominio, del diritto di visita degli animali in caso di separazione dei proprietari, gli strumenti per contrastare il randagismo, le responsabilità di istituzioni spesso sfuggenti. Sarà più facile inchiodare a pena certa chi maltratta cani e gatti. Un ottimo vademecum per i Comuni. Insomma, un grande passo in avanti per gli animalisti costretti a lottare contro vuoti legislativi o, più semplicemente, contro chi ignora disposizioni già esistenti e impunemente disapplicate.

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Nell’introduzione Guariniello sostiene che “nel nostro Paese le norme a tutela dei diritti degli animali possono e debbono essere ulteriormente rafforzate, ma già oggi impongono interventi potenzialmente efficaci. Adesso, a differenza di ieri, fare giustizia non vuol più dire occuparsi soltanto di criminalità in danno dell’uomo. Oggi vuol anche dire proteggere la vita, l’integrità, il benessere, la dignità degli animali”. Tuttavia, nonostante le leggi ci siano, la “larga disapplicazione delle norme vigenti – sottolinea Guariniello – è uno dei fenomeni che più caratterizzano l’Italia e non solo: in alcune zone del nostro Paese, i processi penali per reati lesivi degli animali proprio non si fanno, mentre in altre zone si fanno, ma spesso con una tale lentezza che si concludono con la prescrizione”. Il risultato è che “si diffonde, nella sostanziale indifferenza di pur autorevoli istituzioni, un senso d’impunità” e “l’idea che le regole ci sono, ma che si possono violare senza incorrere in effettive responsabilità”. Il Codice di diritto animale, prosegue l’ex pm, nasce “dal disagio di fronte a deludenti lentezze e lacune delle tradizionali fonti di documentazione normativa e giurisprudenziale” e “senza indulgere a un uso incontrollato e feticistico di qualsiasi norma” si propone come “una ricostruzione sistematica, integrale, aggiornata” in grado di mettere sempre al centro “l’animale come essere autonomo e senziente”. Altri temi trattati in modo approfondito sono la sterilizzazione, l’eutanasia degli animali pericolosi o troppo sofferenti, l’impignorabilità dei ‘pet’, norme contro i trafficanti di bestiole importate o contro chi le usa nei combattimenti.

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