Arriva il Ristori Quater, via libera del Conte 2 a maxi-moratoria fiscale e aiuti

Arriva il Ristori Quater, via libera del Conte 2 a maxi-moratoria fiscale e aiuti
30 novembre 2020

Arriva con il via libera nell’ennesimo Consiglio dei ministri notturno il quarto decreto Ristori che conclude, con altri 8 miliardi, la ‘saga’ dei provvedimenti per compensare le attività chiuse per contenere la seconda ondata dell’epidemia. Il quarto provvedimento nel giro di un mese e che punta a ridare un’altra boccata d’ossigeno alle imprese e alle famiglie economicamente in ginocchio a causa del virus cinese. Il primo dl Ristori è stato varato dal Conte 2 lo scorso 27 ottobre. Come dire, uno a settimana.

E ora arriva il quarto. E così in sintesi: maxi-moratoria fiscale, con tutte le scadenze di qui a fine anno rinviate a primavera per imprese e partite Iva in difficoltà, con attenzione in particolare ad alberghi e ristoranti. E ancora: una nuova tranche di aiuti ai lavoratori precari, dagli stagionali del turismo a quelli dello sport, altre risorse per gli straordinari della polizia impegnata a fare rispettare le norme anti-Covid e un fondo ad hoc per aiutare il settore delle fiere e dei congressi, fermo in sostanza dall’inizio della pandemia. Il dl Ristori Quater cambia anche il calendario del fisco per la rottamazione delle cartelle, fermando peraltro le ‘ganasce’ del fisco e le altre procedure esecutive per chi presenti una domanda di dilazione dei pagamenti per “comprovate difficoltà economiche”.

Intanto le imprese potranno contare sullo slittamento al 10 dicembre degli acconti di Irpef, Ires e Irap in scadenza il 30 novembre: un mini rinvio utile a rifare i calcoli delle perdite del primo semestre e vedere chi rientra nella nuova scadenza di fine aprile, prevista per quelle attività (entro i 50 milioni) che abbiano registrato cali di fatturato di almeno il 33%. Un bonus di mille euro verrà corrisposto ai lavoratori del turismo, dello spettacolo e delle terme (compresi i somministrati di turismo e terme) che hanno cessato involontariamente il loro rapporto di lavoro dal primo gennaio 2019 ad oggi – con almeno 30 giornate di contributi versati in questo periodo – e che non abbiamo altro lavoro dipendente o siano in Naspi. Sempre mille euro verranno erogati a favore dei lavoratori fragili che hanno “cessato, ridotto, sospeso” la loro attività o rapporto di lavoro tra il primo gennaio 2019 e l’entrata in vigore del decreto: stagionali di settori diversi da turismo e terme, intermittenti, autonomi privi di partita Iva titolari di contratti occasionali e già iscritti alla data del 17 marzo 2020 alla gestione separata Inps.

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Indennità di 800 euro, invece, per i collaboratori delle società e associazioni sportive dilettantistiche, del Coni e del Comitato italiano paralimpico. Per ristoranti delle zone arancioni e rosse e per tutte le attività chiuse nelle zone rosse indicate nelle liste Ateco per l’accesso al fondo perduto (che dovrebbe allargarsi anche agli agenti di commercio) il rinvio si applicherà a prescindere dai limiti di fatturato e di perdite, estendendo la norma attualmente prevista per i soggetti Isa di queste aree. Alla lista si aggiungono anche alberghi, tour operator e agenzie di viaggio delle zone rosse che potranno beneficiare della moratoria fiscale anche se non sono stati esplicitamente chiusi per Dpcm. Il decreto nella versione finale conterrà anche una norma che farà salve le dilazioni fiscali per le Regioni che hanno cambiato colore giusto il giorno prima della loro entrata in vigore, come Piemonte e Lombardia diventate arancioni. E a proposito di Regioni, verranno corrisposti 250 milioni per i debiti in scadenza.

Alle Forze di polizia 48,5 milioni per le indennità di ordine pubblico e 13,8 milioni per gli straordinari. Ai Vigili del fuoco 5,3 milioni per gli straordinari. Al Fondo unico per il sostegno delle associazioni sportive e società sportive dilettantistiche 92 milioni. Al settore di fiere e congressi altri 500 milioni come ristoro delle perdite subite. Non dovrà passare alla cassa nemmeno chi ha fermato i pagamenti delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio: la scadenza del 10 dicembre viene fatta slittare al 1 marzo 2021 e nel frattempo si concede il rientro ai piani di rate anche a chi era decaduto prima dell’emergenza. Per le nuove domande di accesso alla rateizzazione ci sarà tempo, infatti, per tutto il 2021. Nel frattempo maggioranza e governo stanno lavorando anche a una rottamazione quater, proprio per aiutare chi si ritroverà nuovi debiti da saldare quando ripartirà la macchina della riscossione.

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