Arriva la May e la sterlina risale. Metà donne nel nuovo governo inglese

Arriva la May e la sterlina risale. Metà donne nel nuovo governo inglese
13 luglio 2016

di Maurizio Balistreri

Sterlina ancora in risalita sul mercato dei cambi, con una breve incursione fin sopra quota 1,33 sul dollaro dopo la conferma dell’imminente nomina della conservatrice Theresa May alla carica di premier, al posto di David Cameron sconfitto dal voto sulla Brexit al referendum da lui stesso convocato. I mercati hanno giudicato in maniera sostanzialmente rassicurante il fatto che il previsto cambio della guardia si avvenuto con due mesi di anticipo rispetto al previsto, anche se secondo alcuni analisti questo non rende per nulla scontato che tutta la possibile procedura di uscita del regno dall’Ue possa avere una analoga accelerazione. A metà mattina il British pound si attesta a 1,3219 dollari, dopo un picco mattiniero a 1,3340 e a fronte del minimo storico, da oltre 31 anni appena sotto 1,28 dollari segnato il 6 luglio scorso. Poco mossa, per la seconda seduta consecutiva, la Borsa di Londra, dove l’indice Ftse 100 si attesta sulla parità. Al momento ci si trova in una fase di stallo derivante dal fatto che i trattati Ue prevedono che l’avvio del negoziato formale per l’uscita dipenda unilateralmente da una notifica da parte del governo Gb. La May però sembra orientata a far svolgere prima un dibattito parlamentare sulla questione, e potrebbe servirsene strumentalmente come mezzo di pressione per tentare di ottenere un pre negoziato informale con cui incassare alcuni obiettivi, in particolare sul mercato unico. L’Ue finora ha mostrato rigidità su questo aspetto, avvertendo che il negoziato si aprirà solo quando sarà stata effettuata la notifica di uscita ex art. 50 dei trattati. In pratica, l’anticipato cambio di premier non significa per forza Brexit anticipata, ma farà chiarezza sulla parte negoziale di Oltre Manica.

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IL NUOVO GOVERNO Il nuovo governo britannico guidato da Theresa May, il secondo guidato da un premier donna nella storia del Paese, sarà formato quasi per metà da donne. May si insedierà oggi a Downing Street, dopo che il premier uscente David Cameron avrà rassegnato le dimissioni alla regina Elisabetta. Secondo quanto riportato oggi dai media britannici, l’attuale ministro per l’Energia, Amber Rudd, potrebbe andare a occupare l’incarico di ministro dell’Interno se non addirittura diventare Cancelliere dello Scacchiere o ministro degli Esteri, mentre a Justine Greening, attuale ministro per lo Sviluppo internazionale, dovrebbe essere assegnata la Sanità o l’Istruzione. Diverse anche le parlamentari conservatrici che dovrebbero essere promosse a incarichi di governo; come ricorda un portavoce di May, citato dal Telegraph, “è stata Theresa a sostenere una campagna per eleggere più donne in parlamento e lei ha sempre sostenuto che dovrebbero esserci più donne in incarichi di governo di primo piano”. Una netta differenza rispetto al primo premier donna britannico, Margaret Thatcher, che nominò solo una donna al governo durante gli 11 anni che fu alla guida del Paese, dal 1979 al 1990.

Altre donne di cui circolano i nomi sulla stampa per possibili incarichi di governo sono Karen Bradley, attuale Sottosegretario all’Interno, Harriett Baldwin, Sottosegretario al Tesoro, Margot James, una delle prime parlamentari a sostenere May nella sua corsa a Downing Street, e Priti Patel, Sottosegretario al Lavoro. Anche Andrea Leadsom, la Sottosegretaria per l’Energia che si è ritirata dalla corsa per Downing Street spianando la strada a May, dovrebbe entrare nel governo andando a sostituire Rudd alla guida del ministero dell’Energia. Intanto ieri sera è emerso che ai funzionari pubblici è già stato chiesto di individuare l’edificio che andrà ad ospitare il “ministero per la Brexit”, che sarà guidato da una personalità di spicco della campagna del Leave. Secondo il Telegraph, potrebbe essere affidato a Chris Grayling, manager della campagna di May, o a Liam Fox, ex ministro della Difesa. Intanto le diplomazie lavorano per il dopo Brexit. Matteo Renzi, in merito, e’ stato invitato dal presidente francese Francois Hollande ad una trilaterale con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, a fine agosto all’Eliseo. Al centro dell’incontro proprio le ripercussioni “dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue”.

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