di Laura Della Pasqua
Dopo la mini-Imu potrebbe arrivare la mini-Tasi. Se la sanatoria sulle delibere dei comuni resterà nella legge di Stabilità, gli aumenti stabiliti di Imu, Tasi e addizionali, che non potranno essere incassati a dicembre potrebbero essere riscossi l’anno successivo. La modifica approvata in Senato, infatti, spiegano fonti di maggioranza, non può tecnicamente incidere sul 2015, ma può essere recuperata con conguaglio dopo l’entrata in vigore della manovra il primo gennaio. L’emendamento è stato approvato in via cautelativa, per salvare le delibere di quei Comuni ritardatari, soprattutto quelli che a giugno hanno avuto i ballottaggi delle amministrative. Ma non si esclude, riferiscono ancora dalla maggioranza, che nel frattempo possa essere emanato un decreto legge in modo che la misura scatti già prima del saldo di fine anno. L’emendamento che fa salve le delibere arrivate dopo il 30 luglio e fino al 30 settembre, è stato approvato dopo che analoghi tentativi erano già stati fatti in diversi provvedimenti, da ultimo il decreto di proroga della scadenza per il rientro dei capitali.
La maggioranza in Senato, nonostante le polemiche che si stanno alzando sul tema, sarebbe intenzionata a mantenere la norma che quindi sarà difesa anche di fronte alla possibilità che il governo ricorra a un maxiemendamento e alla fiducia per approvare la manovra. La Uil ha calcolato che sono 844 i Comuni interessati alla sanatoria e 10 città capoluogo di provincia (Napoli, Avellino, Frosinone, Mantova, Matera, Rieti, Terni, Trieste, Verbania). Nella maggioranza dei casi, sottolinea la Uil, si tratta di aumenti di aliquote, come a Matera o a Terni, mentre in altri casi è la conferma di aliquote già deliberate (Napoli, Frosinone, Rieti, Verbania). Altra novità riguarda uno dei capisaldi del Jobs Act. La legge di Stabilità potrebbe non rinnovare il sussidio di disoccupazione per i collaboratori che perdono il lavoro (Discoll). L’emendamento del Pd per prorogare la sperimentazione avviata nel 2015 (e limitata per ora solo a quest’anno) è stato, infatti, bocciato in Commissione bilancio al Senato. Confermati i 10 miliardi di spesa per l’acquisto dei caccia F-35. La relatrice alla Stabilità, Federica Chiavaroli, ha confermato che il capitolo pensioni sicuramente non sarà affrontato al Senato. Forse alla Camera. Intanto il presidente della Commissione Bilancio, Giorgio Tonini, ha chisto al presidente Pietro Grasso lo slittamento dell’approdo in Aula della manovra a mercoledì 18.