Arriva la stangata su albergatori e turisti, può raddoppiare la tassa di soggiorno

Arriva la stangata su albergatori e turisti, può raddoppiare la tassa di soggiorno
1 dicembre 2019

Anche il turismo in Italia rischia la stangata. La manovra va così avanti a colpi di mini-tasse e l’ultima in ordine di tempo è quella contenuta in un emendamento approvato a sorpresa dalla Commissione Finanze della Camera. In soldoni, le città capoluogo potranno aumentare fino a dieci euro la tassa di soggiorno. Un’imposta, che verrà raddoppiata e che, in pratica, attualmente è applicata in oltre mille comuni italiani e pesa sulle tasche di coloro che sostano nelle strutture ricettive e turistiche, qualcosa come 600 milioni di euro, secondo gli ultimi dati del Cna turismo e commercio. “È stata una richiesta delle stesse città italiane” dice la deputata Pd, Martina Nardi, prima firmataria del relativo emendamento, assumendo toni da “Pilato”. E rimarca che la tassa di soggiorno è “un’esigenza delle città che hanno un afflusso turistico molto importante, affinché possono meglio sostenere i costi di una serie di servizi come rifiuti, smaltimento acque e via dicendo…”. Tuttavia, precisa la Nardi, “non vogliamo innescare nessuna contrapposizione con le realtà alberghiere”. Ma così non è andata. Perché sono gli albergatori i primi a saltare in aria per il raddoppio del balzello.

Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, non usa mezzi termini: “La manovra che avrebbe dovuto ridurre la pressione fiscale sembra contenere un unico intervento in materia di turismo: il raddoppio dell’imposta di soggiorno, da 5 a 10 euro per notte e per persona”. Poi l’affondo: “Dopo tante promesse, siamo alle solite: il turismo viene trattato sempre e soltanto alla stregua di una mucca da mungere”. L’opposizione raccoglie l’assist. “La scelta di dare la possibilità di raddoppiare la tassa di soggiorno è folle e irresponsabile” tuona il leghista Gian Marco Centinaio, già ministro dell’Agricoltura e del Turismo. Attualmente, tra i capoluoghi di provincia, Roma (raccoglie il 22% degli introiti totali) e Venezia hanno già applicato l’imposta. Ora, con l’approvazione della norma, la tassa potrà essere applicata anche da capoluoghi di provincia che attirano ogni anno un numero di visitatori 20 volte il numero dei residenti. Un decreto ministeriale ad hoc contenente tutte le città interessate sarà stilato nelle prossime settimane, e verrà rinnovato ogni anno. Il decreto fiscale, invece, dovrebbe arrivare in Aula tra lunedì e martedì per la discussione generale e si dà per scontato il ricorso al voto di fiducia.

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