Poche righe nella bozza della legge di Bilancio si profilano come uno tsunami per l’attuale assetto del sistema sport in Italia. Il ‘collegato sport’ alla Manovra prevede una riforma che toglie al Coni la sua centralita’, affidando la gestione di gran parte dei contributi al settore, oltre 400 milioni l’anno, ad una societa’ sotto il controllo del Ministero dell’economia, la “Sport e Salute spa”, che sostituira’ la Coni Servizi. Una rivoluzione ma non un fulmine a ciel sereno, perche’ tutto era previsto nel “Contratto per il governo del cambiamento” sottoscritto da M5S e Lega. Il presidente del Coni, Gianni Malago’, oggi ne parlera’ con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, in un incontro peraltro gia’ fissato.
“Ogni parola ora e’ fuori luogo – ha detto Malago’ -. Parlero’ dopo l’incontro che prevede anche altri argomenti, tra cui la candidatura olimpica 2026″. La preoccupazione e’ alta a Palazzo H, dove nel tardo pomeriggio si e’ tenuto una riunione ristretta, durata circa un’ora, tra Malago’ e gli ex n.1 Franco Carraro e Mario Pescante, presenti alcuni dirigenti. Malago’ comincera’ a parlare subito con Giorgetti di una riforma la cui entrata in vigore sarebbe comunque prevista per il 2020. Sarebbe una fine epocale del modello Andreotti-Onesti, ma al Coni si provera’, con un po’ di tempo a disposizione, a evidenziare le difficolta’ operative del piano e a far capire che intaccherebbe la bonta’ di un ‘modello Italia’ nello sport che finora non ha fatto mancare i risultati.
Il progetto pero’ e’ sul tavolo, chiaro come le cifre che elenca. “Il Governo sia compartecipe delle modalita’ di spesa e destinazione dei contributi pubblici assegnati al Coni e poi trasmessi alle Federazioni. La Coni Servizi abbia maggiore autonomia rispetto all’Ente Coni”, recita il “Contratto” di governo. Chiave di tutto e’ Coni Servizi, societa’ operativa partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia, da qualche mese presieduta da Roberto Fabbricini e da anni guidata dall’ad Alberto Miglietta. Sparira’, e dalle sue ceneri nascera’ ‘Sport e Salute spa’. I vertici non saranno piu’ designati dal Coni ma “dal ministero dell’Economia – recita la bozza – su indicazione dell’autorita’ di governo competente per lo sport, sentito il Coni”.
Inoltre, ci sara’ incompatibilita’ tra gli incarichi di vertice del Coni e della nuova societa’. Infine, ma e’ il punto focale, cambia tutto sul finanziamento del Coni e della “Sport e Salute”, che e’ parametrato al 32% delle entrate effettivamente incassate dal bilancio delle Stato (per una misura non inferiore a 410 milioni di euro) derivanti dalle imposte pagate dal settore: di questi, 40 andranno al Coni e 370 a “Sport e Salute” che ne eroghera’ almeno 260 alle federazioni sportive nazionali. In sostanza, il 90% dei fondi sara’ gestito dalla nuova partecipata e non piu’ direttamente dal Coni. La novita’ riguardera’ direttamente anche la Federcalcio, la piu’ importante delle federazioni sportive, che negli ultimi anni si e’ vista via via ridurre il finanziamento dal Coni. Un’altra preoccupazione per il neo presidente, Gabriele Gravina.