Se show c’e’ stato, non e’ ravvisabile alcun reato commesso dai ministri. La procura di Roma chiede al tribunale dei ministri di archiviare l’indagine nei confronti del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini e del Guardasigilli Alfonso Bonafede per la gestione dell’arrivo a Roma dopo 38 anni di latitanza dell’ex terrorista dei Pac Cesare Battisti, arrestato in Bolivia il 13 gennaio scorso. Il fascicolo, nel quale i due esponenti del governo gialloverde sono indagati per mancata tutela della dignita’ della persona arrestata, e’ stato aperto dai pm di piazzale Clodio in seguito a due esposti. Nel primo, presentato da un avvocato di Catanzaro, si analizzava tutta la procedura seguita per la traduzione di Battisti, dall’arrivo all’aeroporto di Ciampino fino al trasferimento nel carcere di Oristano, facendo particolare riferimento alle diverse dichiarazioni con le quali Salvini ha ripetuto piu’ volte che l’ex terrorista “deve marcire in carcere”.
La seconda denuncia e’ stata invece depositata dal presidente della Camera penale di Roma Cesare Placanica e sottoscritta dall’intero direttivo. Al centro, il video “Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo”, un collage di immagini, foto e musica di tre minuti e mezzo realizzato dai collaboratori di Bonafede e che lo stesso Guardasigilli ha postato sui suoi profili social e sul sito del ministero per ‘celebrare’ l’arresto di Battisti. Un video sul quale sono piovute una pioggia di critiche, non solo dall’ opposizione. “Io non l’avrei fatto” disse il vice presidente del Csm David Ermini “parlando a titolo personale”. Una modo di rappresentare un arresto, aggiunse il Pg di Roma Giovanni Salvi, “eticamente sbagliato e volgare”, mentre il Garante dei detenuti Mauro Palma chiese che il video fosse rimosso. E anche il Vaticano non gradi’. “In Italia abbiamo una cultura giuridica di primo grado, non possiamo risvegliare nella gente certi istinti forcaioli” sottolineo’ il prefetto della Congregazione delle cause dei santi Angelo Becciu.[irp]
Nell’esposto dei penalisti l’attenzione era focalizzata su due passaggi del video, quelli in cui si vedono le procedure di fotosegnalamento effettuato negli uffici della questura e quelle relative alle impronte digitali. Tre i riferimenti normativi che sarebbero stati violati: l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sul “divieto di trattamenti disumani e degradanti”, l’articolo 114 del codice di procedura che vieta “la pubblicazione dell’immagine di persona privata della liberta’ personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica” e l’articolo 42 bis dell’ordinamento penitenziario che prevede che “nelle traduzioni siano adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosita’ del pubblico e da ogni specie di pubblicita’”. Secondo i pubblici ministeri di Roma queste violazioni non ci sono state e dunque la posizione di Salvini e Bonafede va archiviata. Ma a decidere se nell’arrivo-show di Battisti a Ciampino siano stati commessi o meno reati non saranno loro ma il tribunale dei ministri. E visto come e’ andata con il caso della Diciotti, nulla puo’ essere dato per scontato.