Asili nido e case riposo, primo ok a videosorveglianza obbligatoria
In commissione Senato adottato testo base Giammanco (Fi)
Primo ok in commissione al Senato al disegno di legge che renderà obbligatoria la videosorveglianza negli asili nido e nelle case di riposo. “Da relatrice del provvedimento ho appena depositato il disegno di legge per l’introduzione della videosorveglianza negli asili nido e nelle strutture per anziani e disabili che la Commissione Affari Costituzionali ha deciso di adottare come testo base – spiega – Gabriella Giammanco, relatrice del disegno di legge e Vice Presidente di Forza Italia al Senato -. Il testo che ho elaborato parte da un presupposto fondamentale: la videosorveglianza deve essere obbligatoria in tutte le strutture, sia pubbliche che private. La mia proposta è profondamente diversa da quella approvata dalla Camera, che prevede solamente la libera facoltà lasciata in capo alle strutture e che stanzia la cifra del tutto insufficiente di 15 milioni. Il mio disegno di legge, al contrario, prevede l’obbligo delle videocamere e uno stanziamento di ben 126 milioni a tale scopo. Un grande traguardo, che sono riuscita a raggiungere grazie a un lungo lavoro di approfondimento e trattativa con la maggioranza, che ringrazio per la collaborazione”.[irp]
“Il testo che ho scritto – aggiunge la senatrice di Fi – contiene anche altre importanti novità, come l’aumento delle pene per insegnanti e operatori che maltrattano chi è stato affidato alle loro cure e l’interdizione degli stessi dalla professione. Sono previste, inoltre, severe sanzioni amministrative per i responsabili legali delle strutture che non si doteranno delle videocamere, le risorse che ne deriveranno andranno ad alimentare il Fondo statale predisposto per la videosorveglianza”. “Tra le altre novità – conclude Giammanco – una delega al Governo affinché legiferi per imporre requisiti più stringenti e la presenza di personale qualificato alle case famiglia per anziani e disabili. Si tratta di strutture a cui attualmente basta una semplice comunicazione di inizio attività per aprire che non ne garantisce la qualità del servizio, serve imporre una procedura di autorizzazioni più stringente”.