La struttura urbana è la stessa di tante città italiane di provincia, con il corso, i caffè, i luoghi di culto, il mercato e i cinema, con la differenza che siamo in Africa e che il tempo sembra essersi fermato. Siamo ad Asmara, capitale dell’Eritrea, che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Un riconoscimento all’architettura modernista ereditata dal colonialismo italiano, ma anche alla capacità degli eritrei di farne un elemento della propria identità nazionale e di conservarla nonostante trent’anni di guerra di indipendenza dall’Etiopia. Così “La piccola Roma”, voluta in gran parte da Mussolini, ma costruita dagli italiani già a partire dal 1889, quando i primi coloni si stabilirono sull’altipiano per sfuggire al caldo opprimente della costa e alla malaria, è arrivata quasi intatta fino ai giorni nostri, con i suoi 4.300 edifici all’interno di un’area di 480 ettari. Una combinazione di efficace pianificazione urbana moderna e architettura modernista, tanto monumentale quanto talvolta audace. Un esempio è quella della pompa di benzina Fiat Tagliero, costruzione futurista a forma di aeroplano diventata simbolo della città, che un’impresa tessile italiana attiva ad Asmara ha già riprodotto su magliette e borse creando una linea di merchandising, in attesa che insieme al riconoscimento Unesco arrivino anche visitatori e risorse per i restauri.