E’ salito a oltre 140 il numero delle persone rimaste uccise nell’attacco terroristico al Crocus City Hall di Krasnogorsk, vicino a Mosca nella regione di Bryansk, prossima al confine con l’Ucraina. Nel dettaglio, il bilancio parla di 143 vittime tra cui tre bambini; identificati i corpi di 41 persone; 107 persone sono ricoverate in ospedale, tra gli adulti, 15 sono in “gravissime condizioni”, 42 sono “gravi”, tra cui due bambini. Intanto, i servizi speciali russi (Fsb) hanno arrestato quattro sospetti dell’attacco terroristico alla sala concerti. “I servizi speciali nella regione di Bryansk, vicino al confine con l’Ucraina, hanno arrestato quattro sospetti tra gli autori dell’attacco terroristico alla sala concerti Crocus City Hall”, ha scritto il Comitato investigativo russo su Telegram.
A inizio giornata, il Cremlino aveva riferito che il direttore dell’Fsb Alexander Bortnikov aveva informato il presidente russo Vladimir Putin dell’arresto di 11 persone in relazione all’attacco terroristico, compresi tutti e quattro i terroristi direttamente coinvolti nell’attentato. Il gruppo terroristico Stato islamico (Isis), dopo aver rivenditaco l’attentato, ha diffuso oggi una foto in cui sono ritratti quattro uomini indicati come i responsabili dell’attacco compiuto ieri al Crocus City Hall di Krasnogorsk, vicino a Mosca. Nella dichiarazione che accompagna l’immagine diffusa dall’agenzia di propaganda Al Amaq, l’Isis afferma che tre di loro hanno sparato alle persone presenti mentre il quarto ha dato fuoco alla struttura, sottolineando che l’attacco rientra “nella guerra con gli Stati che combattono l’islam”.
Il presidente russo Vladimir Putin ha denunciato “il sanguinoso e barbaro attacco terroristico” di ieri all’auditorium Crocus City Hall e che ha causato “decine di vittime tra civili e persone innocenti”. Nel discorso alla nazione, riportato dall’agenzia di stampa russa Ria, Putin ha quindi espresso gratitudine al personale sanitario, ai vigili del fuoco e a tutto il personale intervenuto per salvare la vita dei feriti. I responsabili dell’attacco terroristico “si stavano dirigendo verso l`Ucraina, dove era stata preparata una finestra” per poter passare il confine ha detto il capo del Cremlino, sottolineando che “sono stati tutti arrestati”. Il presidente russo ha anche annunciato per domani 24 marzo un giorno di lutto per le vittime dell’attacco.
Sempre nel discorso alla nazione tenuto all’indomani dell’attacco terroristico, il presidente russo ha anche annunciato l’adozione di nuove misure antiterrorismo a Mosca e in altre regioni del Paese. Putin ha tenuto a rimarcare che “nessuno riuscirà a seminare semi velenosi di discordia e faida” nella società multiculturale russa. “A Mosca e nella regione di Mosca, in tutte le regioni del Paese, sono state introdotte ulteriori misure antiterrorismo e antisabotaggio – ha aggiunto Putin – la chiave ora è impedire a coloro che sono dietro a questo sanguinoso massacro di commettere un nuovo crimine”. Infine, il presidente russo ha detto di “contare sulla cooperazione di tutte le nazioni che condividono sinceramente il nostro dolore e sono pronte a unire davvero le forze nella lotta contro il nemico comune, il terrorismo internazionale, in tutte le sue manifestazioni”.
Prima una sparatoria, poi almeno due grosse esplosioni e un incendio che ha inghiottito la facciata e poi fatto crollare almeno parte del tetto dell’edificio dove si trova un sala poco prima di un concerto del gruppo Picnic, in programma alle ore 20 locali di ieri. Così si può sintetizzare l’attentato nella Crocus City Hall di Podolsk. Una macchina con esplosivo è stata ritrovata nel parcheggio. Un commando di cinque uomini (secondo alcune fonti tre) sarebbe entrato in azione con fucili automatici, e almeno una granata è stata fatta esplodere nel momento in cui verso la sala concerti stavano affluendo migliaia di persone. Gli uomini armati hanno fatto irruzione, aprendo il fuoco a bruciapelo sui presenti. Gli Stati Uniti non hanno alcuna informazione relativa alla sparatoria né a un primo esame sembra che sia coinvolta l’Ucraina, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americano, John Kirby, poco dopo l’attentato.
Immediata la replica del ministero degli Esteri russo, tramite la portavoce Maria Zacharova: “Se gli Usa hanno qualsiasi informazione al riguardo, devono passarla immediatamente a Mosca”, se non ne hanno, inutile fare ipotesi. Lo scorso 7 marzo gli Usa, seguiti da Gran Bretagna e poi gran parte dei Paesi europei, avevano diramato un’allerta attentati per Mosca. “L’Ucraina non ha assolutamente nulla a che fare con la sparatoria”, ha poi affermato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. Oggi il portavoce presidenziale Dmitri Peskov ha detto che la “Russia è in guerra, tutti devono capirlo”, citando l`importanza della “mobilitazione interna”. E rilanciando le voci di una nuova mobilitazione di almeno 300mila uomini dopo le elezioni presidenziali, con l`obiettivo di prendere Kharkiv. L’attentato fuori Mosca rivela quantomeno serie falle nella sicurezza interna russa, con l’aggravante di una possibile fuga degli attentatori.
Le persone arrestate per l’attacco terroristico al Crocus City Hall di Krasnogorsk, vicino a Mosca, sono di nazionalità straniera. Lo ha detto il portavoce del ministero dell’Interno russo, Irina Volk, smentendo quando apparso su alcuni canali Telegram e sui social media riguardo a un presunto arresto di cittadini russi.
“Oggi su diversi canali Telegram e sui social media sono circolate voci secondo cui i quattro sospettati dell’attacco terroristico del 22 marzo al Crocus City Hall, fuggiti a bordo di un’auto Renault Logan e successivamente fermati nella regione di Bryansk, sono cittadini russi. Questa informazione non è vera. Sono tutti cittadini stranieri”, ha detto Volk su Telegram.
Sui canali Telegram che da ieri anticipano molte notizie dalle indagini in corso sono stati pubblicati degli identikit di tre presunti attentatori, indicati come cittadini del Tagikistan. Il ministero degli Interni del Tagikistan ha reso noto che non sono coinvolti nell’attentato: due di loro sono in patria, uno lavora in Russia a Samara. L’ambasciata del Tagikistan in Russia ha invitato i propri connazionali ad astenersi dal partecipare a eventi di massa in Russia.