L’effetto Draghi sul centrodestra sta tutto in una foto. Quella che ritrae Silvio Berlusconi e Matteo Salvini che chiacchierano amabilmente nella nuova residenza romana del Cavaliere, quella Villa Grande sull’Appia Antica che fu di Franco Zeffirelli. E’ l’immagine del pezzo di coalizione che ha scelto di appoggiare il governo di Mario Draghi. Non c’è, ovviamente, Giorgia Meloni che ha fatto un’altra scelta e ha deciso che, comunque, Fratelli d’Italia sarà all’opposizione. Ma è comunque un’assenza che si fa notare, simbolica di quanto l’arrivo sulla scena politica dell’ex presidente della Bce abbia stravolto il quadro: basta pensare che nemmeno 10 giorni fa si facevano vertici su vertici per cercare di mantenere una posizione comune.
Ora, invece, c’è la leader sovranista da una parte e Salvini e Berlusconi dall’altra. Che fanno asse mentre ancora sono in corso le trattative per la formazione della squadra, con un pezzo della futura maggioranza che pone paletti proprio sulla Lega. Non soltanto il Pd, che nelle consultazioni di ieri si è definito “alternativo”, ma anche Leu e il M5s che, con Grillo ha raccontato di aver posto esplicitamente la questione al premier incaricato. “Cercano di far saltare il tavolo, non cediamo alle provocazioni”, ha detto l’ex ministro dell’Interno ai suoi parlamentari. Per questo, Silvio e Matteo alla fine si ritrovano in una nota in cui si ribadisce “la ferma volontà di dare un contributo, con senso di responsabilità e senza porre alcun veto, per risollevare il Paese da una gravissima crisi sanitaria, economica e sociale”. Ma a rendere ancora più palese la frattura che il futuro governo Draghi ha causato nel centrodestra è soprattutto la nota con cui il segretario del Carroccio commenta l’incontro.
“Gli italiani – sostiene – hanno fretta. Hanno fame di salute, di lavoro, di scuola e di libertà. Non si può perdere altro tempo: noi rinnoviamo, come Lega e come centrodestra, la disponibilità a dar vita al nuovo governo che metta al centro la salute degli italiani, il taglio delle tasse, il taglio della burocrazia, un ritorno alla vita. Non poniamo veti e non diciamo No pregiudiziali. Responsabilità, velocità ed efficienza: noi ci siamo”. Un riferimento, quello al centrodestra, che ha creato irritazione in Fratelli d’Italia. “Dal momento che non abbiamo una posizione univoca, perché parlare a nome della coalizione?”, il ragionamento. Giorgia Meloni giudica infatti quello del leader leghista come un “lapsus”. “Salvini – afferma – sa che il centrodestra non si racchiude in coloro che hanno scelto di tornare al governo con Pd e M5s. C’è anche un’altra opzione, che è quella di Fratelli d’Italia, di un’opposizione nell’interesse della nazione quindi collaborativa”. askanews