Evitare la ‘fuga’ dal vaccino AstraZeneca e recuperare il tempo perso per la sospensione della somministrazione del farmaco. In attesa della decisione dell’Ema, nel governo c’è preoccupazione per l’effetto che le notizie sul vaccino di Oxford potrebbero avere sui cittadini: a poche ore dalla sospensione in via precauzionale, dalle Asl arrivano informazioni sulle disdette di appuntamenti. Per questo, è la convinzione, occorre fare in fretta nella verifica ed eventualmente ripartire subito, dando informazioni e rassicurazioni. Il premier Mario Draghi ne ha parlato oggi con il presidente francese Emmanuel Macron, che ha adottato lo stesso provvedimento. Entrambi hanno ribadito che la sospensione è “una misura temporanea e cautelativa che durerà fino a giovedì 18 marzo, in attesa della conclusione dell’analisi supplementare condotta dall’Agenzia Europea per i Medicinali”.
Già oggi, dall’Ema sono arrivate dichiarazioni preliminari “incoraggianti” e se giovedì arriverà il via libera, sia Draghi che Macron “sono pronti a far ripartire speditamente la somministrazione del vaccino AstraZeneca”. Per quanto temporaneo, lo stop ad AstraZeneca comporterà comunque, se il farmaco sarà riammesso giovedì, circa 200 mila vaccinazioni in meno. Una battuta d’arresto su cui oggi ha fatto il punto la struttura del commissario Francesco Paolo Figliuolo, che ha già in cantiere un possibile piano di ‘rientro’. Se le somministrazioni ripartiranno il 18, il rallentamento potrà essere riassorbito nell’arco di un paio di settimane, anche grazie all’incremento di circa 707 mila dosi del vaccino Pfizer.
Intanto Draghi giovedì sarà a Bergamo per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia, dove terrà un breve intervento. Poi subito a Roma perché se c’è da correre per il piano vaccini, occorre anche stringere i tempi per il decreto Sostegni, atteso ormai da qualche giorno. Questa mattina, per cercare di sciogliere gli ultimi nodi, il presidente del Consiglio ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia Daniele Franco. Toccherà poi al titolare del Mef cercare una quadra definitiva in una riunione con i capigruppo di maggioranza, ancora non convocata. L’impianto complessivo è sostanzialmente pronto. Il decreto utilizzerà tutti e 32 i miliardi di scostamento autorizzati dal Parlamento a gennaio.
“Quasi 12 miliardi – ha spiegato Laura Castelli, vice ministra al Mef – saranno destinati alle misure di sostegno alle attività produttive, con un fondo ad hoc per la montagna, circa 6 miliardi alle politiche per la salute di cui 5 per il piano vaccini, e poco meno di 10 miliardi alle misure di sostegno alla famiglia, al lavoro, alle indennità per gli stagionali e gli sportivi, al rifinanziamento della cassa integrazione, del reddito di cittadinanza e del reddito di emergenza, della Naspi e del Fondo occupazione”. Un capitolo da 2,5-3 miliardi sarà invece dedicato agli enti locali. L’obiettivo è portare il testo in Consiglio dei ministri venerdì e poi dovrebbe essere lo stesso Draghi a presentarlo nella sua prima (e attesa) conferenza stampa. askanews