Asse Renzi-Merkel contro Vienna: “No a chiusura confini”

Asse Renzi-Merkel contro Vienna: “No a chiusura confini”
6 maggio 2016

Piena convergenza sugli obiettivi, meno sugli strumenti da mettere in campo. Quelle che si sono viste a Palazzo Chigi, al termine dell’incontro tra Matteo Renzi e Angela Merkel, sono apparse come prove generali di una alleanza anti populista o, per dirla con la Cancelliera, “anti-nazionalismi”. I chilometri di filo spinato ricomparsi lungo i confini interni all’Ue rappresentano un elemento “di fragilità” per i due capi di governo. Di qui la necessità di dare corpo al Migrant Compact presentato da Renzi e “apprezzato molto” da Merkel. “Faremo di tutto per risolvere i problemi in maniera diversa dalla chiusura dei confini” ha affermato la Cancelliera. “Non possiamo chiudere confini che non sono confini esterni. Dobbiamo essere leali gli uni con gli altri. Dobbiamo lottare contro le cause della fuga, contro l’immigrazione clandestina e per una corretta ripartizione degli oneri”, ha aggiunto per poi tirare il freno a mano rispetto all’ipotesi di sanzioni all’Austria, se dovesse concretizzarsi la chiusura del Brennero: “Non parlerei tanto di sanzioni, di aspetti coercitivi. Dobbiamo avere un sentimento europeo”. Durissimo Renzi che, prima ha sottolineato come l’approccio dell’Austria al tema migranti sia anti-storico: “Una scelta contro il futuro dell’Europa” ha poi aggiunto intervenendo ai Musei Capitolini sullo Stato dell’Unione. Poi si è scagliato contro le prese di posizione del leader dell’estrema destra austriaca Heinz Christian Strache che ha definito Renzi e Merkel “scafisti di stato”. Parole da campagna elettorale, per il premier: “Dal punto di vista istituzionale, credo che chi ha visto le immagini dei bambini morti nelle stive delle navi del Mediterraneo, chi tiene il telefonino acceso al notte perché sa che deve autorizzare interventi in mare per salvare delle persone, chi ha visto partorire sulle navi della guardia costiera o della Marina Militare italiana, sa che sentirsi dare degli scafisti è una cosa vergognosa che dovrebbe fare riflettere quelle tante persone perbene che ci sono in Austria”.

NODO EUROBOND “Il punto di maggiore condivisione – ha sottolineato il presidente del Consiglio – è che occorre una strategia per l’Africa come quella che c’è stata per la rotta balcanica”. Lavorare quindi ad un modello che ricalchi quello utilizzato per la Turchia. Sugli strumenti per finanziarlo, rimangono le distanze tra Roma e Berlino. Il governo italiano vorrebbe fare ricorso agli Eurobond; quello tedesco abbraccia a qualche forma di tassazione. Le basi per trovare un accordo, comunque, ci sono se è lo stesso Renzi a dire: “Per noi il fatto che ci sia condivisione con la Germania è già un passaggio importantissimo. Poi siamo pronti a discutere: i team, le squadre lavoreranno a una soluzione. Dipende da quant’è grande l’entità dell’investimento. Io personalmente credo che in prospettiva, qualche soluzione innovativa vada trovata. Pero’ se la soluzione di finanziamento è diversa, sono molto concreto: a me interessa portare a casa il risultato. E quindi non importa se è con o senza Eurobond, l’importante è che il Migration Compact dia le risorse per aiutare l’Africa. Io non sono affezionato agli Eurobond”. Un’identità di vedute che si estende anche alle cause e alla necessità di agire sulle regioni “della fuga” dei migranti dai propri Paesi. Il dossier sulla Libia rimane quello che riguarda più da vicino il governo italiano. Renzi può registrare, su questo tema, un “cambio di disponibilità a livello internazionale” con il sostegno al governo di Al Serraj garantito dai Paesi che hanno partecipato al summit celebrato ad Hannover nel formato G5. Consolidare il governo libico rimane, dunque, lo strumento per dare una prima, importante risposta all’emergenza migranti. Da questo punto di vista, Renzi ha apprezzato il passaggio fatto dalla Cancelliera sulla necessità di difendere le frontiere esterne dell’Europa e non lasciare soli Paesi come Cipro, Malta e l’Italia stessa. “Abbiamo parlato intensamente della rotta libica” ha sottolineato Merkel. “O difendiamo le frontiere esterne, le tuteliamo assieme o ricadremo nel nazionalismo, con la conseguente perdita della libera circolazione delle imprese e delle persone”.

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