Anche se si ritiene siano state diffusissime durante le fasi primordiali della storia cosmica, oggi è raro imbattersi in stelle povere di metalli, sia nella Via Lattea che in altre galassie vicine. Si sa che i metalli si formano nelle stelle a seguito dei processi di fusione nucleare e vengono poi spazzati nel mezzo interstellare quando questi oggetti diventano vecchi ed esplodono dando luogo al fenomeno delle supernovae. Perciò, generazioni successive di stelle si formeranno da materiale sempre più ricco di metalli, a differenza delle stelle povere di metalli che hanno invece avuto origine in un ambiente cosmico incontaminato che caratterizzava lo spazio immediatamente dopo il Big Bang. Dunque – conclude Media Inaf – studiare oggetti come 2MASS J18082002-5104378 permetterà agli scienziati di svelare da un lato i segreti sulla loro formazione e dall’altro di studiare indirettamente lo stato fisico dell’Universo primordiale.