Due persone rimaste ferite, di cui una gravemente, in un attacco all’arma bianca sferrato nella tarda mattinata di oggi nell’undicesimo arrondissement di Parigi, nei pressi degli ex locali del settimanale satirico Charlie Hebdo. Un sospetto è stato arrestato poco dopo, ha annunciato la prefettura di polizia di Parigi. Nel primo pomeriggio, un secondo sospetto è stato arrestato e posto in stato di fermo, secondo una fonte giudiziaria. All’ufficio del procuratore nazionale antiterrorismo (Pnat) sono state affidate le indagini per “tentato omicidio in relazione a un’impresa terroristica” e “associazione terroristica criminale”.
Il procuratore del Pnat, Jean-François Ricard, ha confermato a metà pomeriggio che il “principale autore” dell’attacco è stato arrestato e ha aggiunto che anche un “secondo individuo” è stato ammanettato e posto in stato di fermo. “Le indagini continueranno”, ha detto. Secondo Le Monde, il principale sospettato dell’attacco è nato nel 2002 ed era noto per reati di delinquenza comune e porto illegale di armi. La Procura antiterrorismo è stata chiamata in causa “sulla scorta del luogo dell’attacco, di fronte all’edificio in cui si trovava la ex redazione di Charlie Hebdo, per il momento dei fatti, durante il processo (degli attacchi del gennaio 2015 Charlie Hebdo), e infine perché c’era un chiaro desiderio da parte dell’autore di attentare alla vita di due persone, che erano in pausa sigaretta”, ha spiegato Ricard.
I due feriti – e non quattro, come inizialmente indicato dalla polizia – “sono in condizioni gravi”, ha informato la prefettura. Ma “non sono in pericolo di vita”, ha poi assicurato il primo ministro, Jean Castex, a metà giornata. Secondo i media transalpini, le due vittime lavorano per Bocode Studios, una società di produzione e postproduzione di film appartenenti a Premier Ligne. La prima, una donna, si occupa dell’accoglienza, mentre la seconda è assistente di produzione all’interno. I fatti sarebbero avvenuti nelle immediate vicinanze dell’affresco di street art realizzato in omaggio alle vittime del 7 gennaio 2015. “Qui è dove fumiamo le nostre sigarette”, spiega un giornalista, che aveva appena terminato di fumare ed era salito al piano di sopra quando aveva sentito delle urla in strada.
Dopo l’attacco le forze dell’ordine hanno disposto un perimetro allargato intorno agli ex locali di Charlie Hebdo. Anche per la presenza di un pacco sospetto, che dopo le verifiche, è rivelato essere un falso allarme. Rue Nicolas-Appert, dove si trovavano i locali del giornale, è ancora bloccata, con una decina di agenti di polizia schierata. È stata inoltre aperta un’unità di crisi presso il ministero dell’Interno, dove il ministro Gérald Darmanin ha incontrato il primo ministro. I due uomini si sono poi recati sul luogo dell’attacco nel primo pomeriggio. Durante una breve conferenza stampa, Castex ha ribadito il suo “incrollabile impegno per la libertà di stampa, la sua ferma volontà di combattere con tutti i mezzi il terrorismo”.
“Questo attacco è avvenuto in un luogo simbolico nello stesso momento in cui si svolge il processo per gli oltraggiosi attacchi contro Charlie Hebdo, ha detto ancora Castex.)Un chiaro riferimento ai sanguinosi attacchi sferrati il 7 gennaio 2015 da un commando islamista contro la redazione del giornale e costati la vita a 12 persone, e il ferimento di altre 11, e al processo che è attualmente in corso a Parigi. Il presidente Emmanuel Macron ha fatto sapere subito dopo l’attacco che seguiva l’evoluzione degli eventi dall’Eliseo. In coincidenza del processo, che ha preso il via a Parigi il 9 settembre scorso, Charlie Hebdo ha ripubblicato le vignette del profeta Maometto che probabilmente fecero del giornale francese un bersaglio del terrorismo islamico.