Attentati terroristici, scarsa integrazione sociale

3 maggio 2017

Gli attentati terroristici sconvolgono la vita sociale delle popolazioni. Cresce costantemente l’allarme nei diversi Stati mentre gli obiettivi sensibili sono tenuti sotto osservazione. È il mondo islamico a giocare un ruolo da protagonista perché è assente quella giusta inclusione sociale con la quale si potrebbe coinvolgere maggiormente la popolazione islamica. L’identità dell’Islam è un patrimonio culturale da rispettare come tutte le religioni del mondo; a volte assistiamo a spiacevoli episodi che devono portare a una costante riflessione. “La storia racconta che dall’altra parte nascevano i movimenti islamisti – commenta Giuseppe Prete, presidente del Movimento per la gente onesta – sotto il comando dei Califfati, al solo scopo di conquistare i territori e di imporre la loro dittatura. Formalmente il conflitto non finirà ma in tutta l’area si intensificano azioni mirate a traffici di droghe, armi (che sono il mercato principale di questi gruppi), corruzione”. Di certo c’è una cultura da conoscere, sicuramente interessante, come quella del mondo intellettuale arabo. Ed è fondamentale delineare una visione della società occidentale nella quale viene inserito un arabo con le abitudini, il folklore, la religione, i differenti aspetti sociali.

Tutto ciò serve a favorire l’affermazione degli individui appartenenti ad altre nazionalità, assicurando una vera integrazione nella società straniera. È soltanto mediante un’opportuna integrazione che possiamo adottare una straordinaria azione di intelligence per conoscere rapidamente quei movimenti sospetti. Gli attacchi islamici sull’Occidente (Francia, Svezia, Belgio, Germania) hanno il solo obiettivo di destabilizzare il mondo musulmano moderato e la sua integrazione proprio con l’Occidente – riprende Prete -. Per farlo, reclutano in Europa giovani musulmani e, sfruttando la disinformazione dei media e la propaganda d’odio di alcuni partiti, l’Isis riesce e contribuisce a indebolire chi vuole costruire un legame solido e di conseguenza rafforza l’estremismo. Sono per la condanna di qualsiasi violenza. Nel Medio Oriente in particolare”. In sostanza, per il presidente del Movimento per la gente onesta, “ci vuole dialogo, non guerre, perché senza la costruzione di un confronto pacifico si alimenta soltanto il terrorismo”. “Ormai è risaputo che dietro ad ogni attacco ci sia solo un interesse economico; anche il terrorismo lo è. Non è un caso – conclude – che molti Paesi non condannino gli attentati proprio in quei luoghi, dove è più importante il negoziato economico che quello di pace. Tra questi c’è la nostra amata Italia”. Questi atti di terrore nascono nella popolazione islamica dove non mancano certamente i terroristi che vogliono soltanto aumentare l’atmosfera di paura. La strada più sicura per reprimere questi drammatici avvenimenti resta proprio l’integrazione.

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