Con un occhio al voto in Molise, i partiti aspettano le decisioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dopo due giorni di riflessione oggi dovrebbe comunicare la sua scelta di come andare avanti nel percorso per la formazione del governo. E prende campo l’ipotesi di un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico, con il compito di sondare anche la disponibilità del Pd, che sul tema si spacca. Ieri il candidato premier del M5s Luigi Di Maio è rimasto in silenzio, ma sabato dal Salone del Mobile di Milano aveva mantenuto aperti i due forni, sia quello con la Lega che quello con i Dem. In particolare con Salvini, per Di Maio, “si possono fare grandi cose”. Da parte sua il leader della Lega sembra mantenere l’ottimismo.
“Buona domenica amici, sto facendo di tutto per dare un Futuro all’Italia.#andiamoagovernare #oggivotolega”,ha scritto ieri su Twitter. Ma nel centrodestra Silvio Berlusconi ribadisce la chiusura al sostegno a un governo del Movimento 5 stelle. “Salvini finora si è comportato con correttezza nei nostri confronti” e “sono certissimo, anche dai contatti avuti in queste ore, che continuerà a parlare e ad operare in nome dell`intero centrodestra”. Ma per quanto riguarda i pentastellati, scandisce, di fronte alla “nostra forte dimostrazione di responsabilità, abbiamo ricevuto veti e insulti che sono inaccettabili. Questa è una clamorosa dimostrazione di immaturità politica, di arroganza e di sete di potere dei 5 Stelle, hanno dimostrato in modo inconfutabile che non sarebbe ipotizzabile governare con loro”.
Pd diviso su dialogo con Di Maio
Se non ci saranno novità nelle prossime ore, Mattarella potrebbe quindi affidarsi a Fico, esponente dell’ala ‘ortodossa’ del Movimento, anche per sondare una disponibilità del Pd, ieri in fermento per l’apertura che arriva dal sindaco di Milano Beppe Sala. “Tornare al voto? Non lo vorrei proprio, auspico invece assolutamente il dialogo tra Pd e M5S. Non godo del fatto gli altri facciano il governo e noi si rimanga lì in osservazione, sperando che vada male. Questo è masochismo, perché poi va male il Paese”, ha detto Sala. Dura la reazione dei renziani. “Nello stesso giorno in cui Di Maio dichiara il suo amore per Salvini – ribatte il senatore Dario Parrini – il sindaco di Milano Beppe Sala afferma che per il Pd sarebbe ‘masochismo’ non cercare l`alleanza col M5S perché molti elettori Pd 2013 hanno votato i pentastellati e con queste persone `dobbiamo dialogare`. Col rispetto dovuto a un compagno di partito serio e capace come Sala, è nel suo modo di porre la questione che io vedo del masochismo. Vedo del masochismo nell`inseguire un partito con programmi lontanissimi dai nostri il cui leader dice quelle cose di Salvini”. D`accordo con Sala è invece il senatore Franco Mirabelli. “Le cose dette da Beppe Sala – dice – sono giuste: non bisogna fare un governo con M5S ma confrontarci su politiche sociali e legalità è utile”. Una discussione che potrebbe proseguire, la prossima settimana, in una direzione Dem, ancora però non convocata.