Cronaca

“Atto di terrorismo” contro le Poste Italiane, matrice anarchica. La procura di Torino indaga

“Atto di terrorismo”. Contro le Poste Italiane. E’ questa la linea della procura di Torino nell’inchiesta sugli ordigni che in tre occasioni, nel corso del 2016, sono stati lasciati davanti ad altrettanti postamat del capoluogo piemontese. Bombe incendiarie che non hanno mai dispiegato il loro potenziale. Ma il 30 aprile, in una via del quartiere Barriera di Milano, un passante voleva prelevare del denaro a uno sportello e, senza rendersi conto del pericolo, ha spostato con le proprie mani uno strano pacco che gli intralciava il passo: all’interno c’erano una tanica di benzina, dei fili e un timer. Secondo gli inquirenti la matrice è quasi certamente anarchica. Le Poste sono nel mirino della galassia antagonista almeno dal 2015, quando su internet è comparsa una specie di chiamata alle armi: un opuscolo intitolato “I cieli bruciano”.

Si tratta di una campagna contro i Cie e, più in generale, “la macchina delle espulsioni” e dei rimpatri dei migranti. Un lungo elenco di aziende, di indirizzi, di nomi che in un modo o nell’altro collaborano al funzionamento dell’ingranaggio: le cooperative e gli enti che gestiscono i Centri, le ditte di ristorazione o di manutenzione, persino i fornitori delle lenzuola. Un elenco di nomi da trasformare in bersagli perché – si legge – “crediamo sia importante portare la lotta contro i Centri anche al di fuori da quelle mura”, visto che “la lotta è è ovunque per chi sa guardare con i giusti occhi”. Le Poste sono accusate di “arricchirsi con le deportazioni”, dal momento che “mettono a disposizione i voli charter della loro compagnia aerea, la Mistral Air”.

L’ordigno del 30 aprile non poteva esplodere: una delle due pile che alimentavano il timer era montata al contrario. Il 9 giugno un oggetto molto simile era stato trovato davanti al postamat di via Montebello, a due passi dalla Mole Antonelliana: qui però mancava un ingrediente chimico necessario per produrre la deflagrazione. Il 28 novembre è stata la volta dello sportello allestito nel quartiere delle Vallette: un thermos zeppo di polvere nera. Azioni analoghe contro i postamat sono state compiute nel 2016 anche a Genova e Firenze. In questi casi, però, ci sono state rivendicazioni esplicite su siti internet di area anarchica. I messaggi, a volte, mescolavano l’offensiva contro i Cie ad altre tematiche, come la solidarietà ai compagni delle Fai-Fri arrestati a Torino nell’inchiesta “Scripta Manent”.

Pubblicato da
redazione