È una convivenza difficile, forse impossibile, tra canguri e macchine da corsa. In Australia, naturalmente. Quello di Bathurst è un circuito motoristico nel Nuovo Galles del Sud, 300 km a ovest di Sidney. Famoso per i suoi saliscendi dato che il circuito si trova su una collina e per i suoi muretti, molto pericolosi per i piloti. Qui s’intrecciano i destini dei bolidi rombanti e dei marsupiali dell’altro capo del mondo. Quando 140 esemplari vennero abbattuti nei pressi del circuito, l’emozione fu profonda in tutto il mondo mentre i video dei canguri saltellanti in mezzo a macchine che sfrecciavano a 200 km/h, nonostante le reti di protezione, diventarono virali su YouTube. Il problema si è complicato ulteriormente quando nei pressi di Bathurst si è stanziato un gruppo di rari canguri albini. Il problema dell’albinismo, una anomalia congenita consistente nella totale o parziale deficienza di pigmentazione, viene definita dai ricercatori come la punta di un iceberg. Un simbolo evidente degli effetti recessivi di incroci endogamici, in altre parole dalla mancanza di un ricambio genetico dovuto alla limitazione sempre più marcata dell’habitat della specie. Come spiega Daniel Ramp, biologo e ricercatore dell’University of Technology di Sydney. “Questa popolazione di canguri è in netto declino anche perché hanno a disposizione sempre meno territorio, sorttolinea Ramp. E il fatto che il fenomeno dell’albinismo sia qui così marcato è un fatto estremamente indicativo di qualcosa di malsano. Dovuto agli incroci tra consanguinei a causa del movimento forzatamente limitato di questi animali”. Un’esistenza a rischio, minacciata dalle auto del circuito, terrorizzata dal rombo dei motori e da un territorio sempre più scarso. Trovare una soluzione non sarà facile. (Immagini Afp)