Economia

Auto elettriche cinesi: l’Europa pronta a negoziare dazi

Il Comitato di difesa commerciale dell’Unione Europea, che riunisce i rappresentanti degli Stati membri, non ha raggiunto una maggioranza qualificata né a favore né contro la proposta della Commissione Europea di imporre dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina. Questa situazione apre la strada alla Commissione per agire autonomamente, posizionandosi in maniera decisiva nei negoziati con Pechino e con i produttori di veicoli elettrici cinesi, in un momento cruciale per le relazioni economiche e commerciali tra l’UE e la Cina.

La decisione sui dazi riguarda veicoli elettrici a batteria (Bev) e mira a contrastare le pesanti sovvenzioni governative di cui beneficiano i produttori cinesi, considerate dall’UE come un serio rischio per l’industria automobilistica europea. Il voto odierno riflette divisioni tra gli Stati membri, ma l’assenza di una maggioranza contraria permette alla Commissione di portare avanti il processo decisionale. Con un mix di sostegni, astensioni e opposizioni, la decisione rappresenta un momento significativo nella politica commerciale europea e nei rapporti con la Cina, principale produttore mondiale di auto elettriche.

Italia favorevole, Germania e Spagna contrarie

Durante il voto, dieci Stati membri si sono espressi a favore dell’imposizione dei dazi, tra cui l’Italia, cinque hanno votato contro e dodici si sono astenuti. Tra i paesi contrari vi è la Germania, che ha espresso dubbi riguardo le possibili conseguenze economiche, e la Spagna, che ha manifestato recentemente forti perplessità. Il governo tedesco, in particolare, ha sottolineato il timore di un’escalation commerciale che potrebbe danneggiare settori strategici della sua economia, che ha forti interessi sia nell’industria automobilistica sia nelle relazioni economiche con la Cina.

Nonostante queste divisioni, il risultato del voto lascia alla Commissione Europea ampio margine di manovra. La Commissione potrà ora adottare i dazi come proposto o modificare la decisione, ripresentandola eventualmente al voto degli Stati membri. I dazi definitivi, che si aggiungerebbero a quelli già esistenti del 10%, saranno applicati in misura variabile a seconda dei diversi produttori cinesi e potrebbero arrivare fino al 35,3%, un livello ritenuto necessario per compensare il danno causato dalle importazioni di veicoli elettrici cinesi fortemente sussidiati.

Commissione Ue: avanti con cautela ma determinata

Il sostanziale via libera ricevuto dagli Stati membri, pur senza una maggioranza schiacciante, consente alla Commissione di negoziare con Pechino da una posizione di forza. L’obiettivo è cercare un compromesso che eviti l’applicazione dei dazi definitivi per cinque anni, ma che al contempo compensi l’industria automobilistica europea per i danni causati dalla concorrenza cinese.

“La proposta della Commissione europea di imporre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina ha ottenuto oggi il supporto necessario dagli Stati membri dell’UE per l’adozione dei dazi”, si legge in una nota dell’Esecutivo comunitario diffusa subito dopo il voto. “Parallelamente, l’UE e la Cina continueranno a lavorare duramente per esplorare una soluzione alternativa che sia pienamente compatibile con le regole del Wto (Organizzazione Mondiale del Commercio), in grado di affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli individuate dall’indagine della Commissione”.

Tale soluzione, ha sottolineato Bruxelles, dovrà essere “monitorabile e applicabile”, facendo riferimento a una possibile intesa che possa soddisfare entrambe le parti e prevenire un duro scontro commerciale. In assenza di un accordo, però, la Commissione si riserva il diritto di procedere con la pubblicazione di un regolamento che sancisca l’imposizione definitiva dei dazi, che dovrà essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE entro il 30 ottobre 2024.

L’industria automobilistica europea: difendere la competitività

L’industria automobilistica europea, in particolare quella tedesca e italiana, ha sofferto negli ultimi anni l’aumento delle importazioni di auto elettriche a basso costo dalla Cina, sostenute da generosi sussidi statali. Questo ha sollevato preoccupazioni per il futuro del settore in Europa, soprattutto in un momento in cui le case automobilistiche europee stanno investendo miliardi di euro nella transizione verso veicoli a emissioni zero.

I produttori europei temono di essere messi fuori gioco da una concorrenza sleale, che sfrutta sussidi statali per abbassare i prezzi. L’indagine della Commissione ha confermato che i produttori cinesi ricevono importanti sovvenzioni dal governo di Pechino, il che ha causato un “grave pregiudizio” all’industria europea.

Italia: una posizione pragmatica per una soluzione condivisa

L’Italia, uno dei principali sostenitori della misura proposta dalla Commissione, ha espresso chiaramente il proprio sostegno ai dazi. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha affermato che l’Italia ha votato in linea con le analisi della Commissione, che mirano a ristabilire condizioni di equità commerciale. Urso ha sottolineato l’importanza di evitare un’escalation verso una “guerra commerciale” con la Cina e ha auspicato che il negoziato possa proseguire sia in ambito bilaterale che in sede WTO.

“L’Italia si è espressa in linea con le analisi tecniche della Commissione tese a ripristinare condizioni di equità commerciale. Auspichiamo che il negoziato riprenda sia in bilaterale sia in sede di WTO per giungere ad una soluzione condivisa, nel pieno rispetto delle regole internazionali”, ha dichiarato Urso. Ha inoltre ribadito che l’Italia è contraria a una guerra commerciale e intende preservare la partnership con la Cina in un’ottica di reciprocità e stabilità economica globale.

Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso preoccupazione per un possibile scontro commerciale con Pechino, intervenendo all’Assemblea di Confindustria a Bari. Tajani ha ricordato che l’Europa non desidera una guerra commerciale con la Cina, ma che è necessario garantire un “principio di reciprocità” nelle relazioni commerciali tra i due blocchi. Ha sottolineato che, pur nel rispetto delle regole del WTO, il mercato europeo non può essere “invaso” da prodotti sussidiati in modo sproporzionato, aggiungendo che le regole devono essere rispettate.

Prospettive future: scontro o compromesso?

Il contesto economico e geopolitico globale rende il negoziato tra l’UE e la Cina particolarmente delicato. Da un lato, l’Unione deve proteggere la sua industria automobilistica e assicurarsi che i principi del commercio equo vengano rispettati; dall’altro, deve evitare di compromettere le sue relazioni con la Cina, un partner economico fondamentale. Le trattative si svolgeranno nelle prossime settimane, con l’obiettivo di trovare una soluzione che scongiuri un’escalation del conflitto commerciale.

La decisione finale sui dazi, prevista per fine ottobre, potrebbe segnare una svolta nelle relazioni commerciali tra Europa e Cina. Il tempo stringe, ma entrambe le parti hanno interesse a evitare uno scontro che potrebbe avere ripercussioni non solo sull’industria automobilistica, ma anche su altre filiere produttive europee e cinesi.

L’adozione o meno dei dazi definitivi sulle auto elettriche cinesi sarà un passaggio cruciale per la politica commerciale europea. La Commissione Europea, forte del sostegno implicito degli Stati membri, dovrà bilanciare la protezione dell’industria europea con la necessità di evitare tensioni commerciali che potrebbero danneggiare la stabilità economica globale.

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