Da una parte i toni soddisfatti di Giuseppe Conte, che parla di lavoro “proficuo”, dice di intravedere la “dirittura finale”, addirittura l’apertura di una finestra che consenta di portare il provvedimento presto in Consiglio dei ministri. Dall’altra ci sono i Governatori, a cominciare dai leghisti Zaia e Fontana, che promettono fuoco e fiamme. “Così non la firmiamo”.
Insomma, finisce con un braccio di ferro il nuovo tentativo di cercare la quadra sull’autonomia differenziata tanto cara al Carroccio. A palazzo Chigi nel pomeriggio si tiene l’ennesimo vertice che comunque non è risolutivo, dal momento che resta in piedi il problema dei Beni culturali rinviato alla prossima settimana. E’ stato però affrontato un altro nodo, quello dell’istruzione. Alla fine a passare è la linea del M5s: soppresso l’articolo 12 del testo che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti su base regionale. I pentastellati si intestano il successo.
“La scuola resta di competenza nazionale: non ci saranno dipendenti di serie A e di serie B, né differenze tra stipendi e programmi”, si legge in una nota. “Questa riforma non recherà nocumento a nessuna Regione, non vogliamo un’Italia frammentata nelle opportunità, ma un’Italia in grado di competere”, assicura Conte. La partita, però, è tutta ancora da giocare. Come dimostra un post su Facebook della ministra Erika Stefani, titolare della materia. “L’autonomia – afferma – funziona se c’è quella finanziaria. Non accetteremo nessun compromesso. Chi riesce a garantire servizi efficienti riuscendo a risparmiare dovrà gestire come meglio crede queste risorse”.
Ma a tuonare sono soprattutto i presidenti delle Regioni interessate. Proprio a loro Conte si è rivolto durante la conferenza stampa al termine del vertice. “Probabilmente – ha affermato – i governatori interessati non avranno tutto quello che hanno chiesto ma ci sta, è un negoziato tra Stato e Regioni”. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, è molto critico. “Mi ritengo assolutamente insoddisfatto – spiega – dell’esito del vertice di oggi sull’autonomia. Abbiamo perso un anno in chiacchiere. Aspettiamo di vedere il testo definitivo, ma se le premesse sono queste, da parte mia non ci sarà alcuna disponibilità a sottoscrivere l’intesa”.
Luca Zaia punge il premier “Non condivido tutti questi festeggiamenti che qualcuno sta facendo”. “Il presidente del Consiglio Conte – aggiunge – può dire quello che vuole, parla dell’attività del Consiglio dei ministri ma di certo non delle nostre volontà. Voglio ricordare ai cittadini che il Presidente del Consiglio in questo momento sta tentando di fare una bozza da proporci per il contratto da firmare. Diremo noi se ci va bene o no”. askanews