Autostrade, a breve decisioni Governo braccio di ferro sul Pef

Resta confermata data del 30 per nuova offerta ma pesa intesa Mit

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Tutto ruota sul Piano economico e finanziario. La trattativa tra Atlantia e Cdp, per l’acquisto dell’88% di Autostrade per l’Italia, si è fino ad ora incagliata sull’approvazione del nuovo Pef che definisce le tariffe autostradali e che, secondo Atlantia, rappresenta l’elemento cardine per arrivare a una corretta valutazione della società oltreché per arrivare a un accordo transattivo con il Mit sul crollo del Ponte Morandi. Il prezzo proposto oscilla tra 9 e 9,5 miliardi, mentre per Atlantia una corretta valutazione sarebbe più vicina agli 11 miliardi di euro.

La ministra dei Trasporti e Infrastrutture, Paola De Micheli, ha annunciato che il Governo prenderà decisioni a breve. “Sul fronte della trattativa tra Cdp ed Aspi – ha detto la ministra – il ministero non ha competenza ma questa si muove su prezzi e valori di mercato e non incrocia altre decisioni che governo dovrà prendere a breve”. Le posizioni rimangono infatti ancora distanti: il Governo ritiene che prima del Pef sia necessario firmare l’accordo di cessione alla cordata formata da Cdp e i fondi Blackstone e Macquarie, mentre Atlantia giudica necessario definire prima il Pef (e con lui il pacchetto transattivo) e poi arrivare a un accordo sul passaggio di controllo di Aspi. Anche per quanto riguarda la manleva, le posizioni sembrano irrigidirsi alla luce degli sviluppi delle indagini della procura di Genova. “Non compete alla politica fare una trattativa sui valori – ha detto il viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni -. Quel che è certo è che a questo punto riterrei obbligata la manleva. È fondamentale per tutelare il contribuente, vedendo che gli scandali commessi da questa società non sono finiti”.

Le trattative per la cessione di Aspi comunque proseguono e al momento la data del 30 novembre per presentare un’offerta più articolata rimane confermata, anche se condizionata da un accordo con il Mit. Atlantia ha spostato la data dell’assemblea straordinaria per il progetto di scissione di Aspi entro il 15 gennaio prossimo. Il vice ministro al Mit avverte però che il dossier si dovrà chiudere entro il 2020 oppure scatterò la revoca. “Non vogliamo procedere a una statalizzazione – ha spiegato il viceministro ai microfoni di ’24Mattino’ su Radio24 – e se non saranno rispettati gli accordi di luglio si procederà con la revoca e la messa a bando della concessione. Lo Stato farà un bando di gara europeo per garantire manutenzione sicurezza e il giusto guadagno a chi vuole investire”. Oggi si è riunito il Cda di Aspi per esaminare i conti dei primi nove mesi, mentre domani sarà la volta di Atlantia.