Aziende confiscate, via libera dalla Camera alle nuove norme. La regia passa al premier

CODICE ANTIMAFIA Hanno votato a favore 281 deputati, i contrari sono stati 66, gli astenuti 2. Introdotto il nuovo istituto del controllo giudiziario di Enzo Marino 

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di Enzo Marino 

Via libera dalla Camera dei deputati alle modifiche al codice antimafia in materia di aziende sequestrate e confiscate. Hanno votato a favore 281 deputati, i contrari sono stati 66, gli astenuti 2. Il testo passa ora al Senato. Secondo quanto prevedono le nuove norme, tra l’altro, il sequestro di partecipazioni sociali totalitarie si estende a tutti i beni aziendali. A provvedere materialmente al sequestro sarà ora la polizia giudiziaria (non più l’ufficiale giudiziario). E’ introdotto il nuovo istituto del controllo giudiziario delle aziende quando sussista il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose che ne condizionino l’attività. L’amministrazione giudiziaria di beni e aziende sarà possibile anche in presenza di indizi da cui risulti che il libero esercizio di attività economiche agevola l’attività dei soggetti colpiti da una misura di prevenzione patrimoniale o che abbiano comunque in corso un procedimento penale per specifici delitti di mafia o gravi reati contro la Pa.

Gli amministratori giudiziari dovranno essere scelti tra gli iscritti all’apposito Albo secondo regole di trasparenza che assicurino la rotazione degli incarichi. Al ministro della Giustizia spetterà individuare criteri di nomina che tra l’altro tengano conto del numero degli incarichi in corso (comunque non superiori a 3). Non potranno più assumere l’ufficio di amministratore giudiziario, coadiutore o diretto collaboratore il coniuge, i parenti e gli affini, i conviventi o i commensali abituali del magistrato che conferisce l’incarico. Le aziende sequestrate per il proseguimento dell’attività potranno contare su un Fondo finanziato da 10 milioni di euro all’anno. L’Agenzia beni confiscati viene ridisegnata spostando il baricentro dal Ministero dell’Interno alla Presidenza del Consiglio che ne avrà ora la vigilanza. Contro il caporalato, infine, scatta la confisca obbligatoria di ciò che è servito a commettere il reato.