Azione-Italia viva verso rottura anche in gruppi parlamentari
Lunedì e martedì le riunioni di senatori e deputati
Il divorzio anche in Parlamento sembra ormai inevitabile, anche se entrambi ufficialmente dicono di non volerlo. Lunedì si riuniranno i senatori di Azione e Iv, martedì i deputati ma quasi nessuno ormai sembra prendere in considerazione ipotesi diverse dal divorzio. Matteo Renzi conta di avere i numeri per fare un proprio gruppo almeno al Senato, anche se qualcuno dei suoi assicura che si potrebbe fare altrettanto anche alla Camera, ma scarica la colpa della rottura sul leader di Azione. Carlo Calenda ribatte dicendo che la scelta di rompere è dell’ex premier.
Dice Calenda: “Io non faccio alcuna polemica in un giorno di emergenza nazionale. Prendo atto di questa volontà (di separarsi anche in Parlamento, ndr). Non ho nulla da aggiungere”. Renzi rilancia: “Se Calenda non vuole andare insieme alle Europee lo dica, c’è la riunione fissata, ne prenderemo atto”. Ma il leader di Azione già martedì aveva risposto “ho già dato”, quando gli era stato chiesto di una possibile lista unica alle europee. Un tema che, in realtà, preoccupa entrambi, perché superare lo sbarramento andando ognuno per conto proprio sarebbe un’impresa sia per Azione che per Iv. Sul piano personale i rapporti sono, se possibile, ai minimi storici. Non ci sono contatti diretti tra i due e gli scambi in pubblico sono sempre più velenosi. Calenda ricorda in continuazione i rapporti di Renzi con l’Arabia saudita, il leader Iv mette in discussione la stabilità emotiva del suo ormai quasi ex alleato.
“Gli attacchi a me? C’è una questione non morale ma umorale, ci sono due Calenda, per uno sono un mostro per l’altro sono il miglior premier della storia. Magari si mettono d’accordo”. Maria Elena Boschi chiede “un chiarimento”, sia sul piano “umano” che su quello “politico”. Dice l’ex ministra: “Il primo presupposto per una comunità politica è il rispetto umano, da parte di Calenda nei nostri confronti è venuto meno e su questo chiediamo un chiarimento se vogliamo proseguire insieme. Serve inoltre una prospettiva politica condivisa: per noi il progetto comune dovrebbe comprendere altri soggetti politici oltre a Italia Viva e Azione in vista delle Europee del prossimo anno. Per Calenda, invece, Azione deve correre da sola. Un chiarimento è d’obbligo”. Difficile immaginare una ricomposizione. Luigi Marattin è tra quelli che ci provano e non è l’unico. Ma a questo punto solo un “disarmo bilaterale”, cioè un passo di lato di entrambi i leader, potrebbe forse consentire di riallacciare il filo del dialogo.
Soluzione improbabile, secondo l’opinione diffusa tra i parlamentari centristi. Al Senato Iv ha i numeri per il gruppo autonomo anche se “ci potrebbe essere un problema col simbolo”, spiega un parlamentare, “perché il gruppo deve essere legato allo stemma presentato alle elezioni” in cui compare bello grande il nome di Calenda. Alla Camera i renziani assicurano di avere 10 deputati, da regolamento per costituire un nuovo gruppo serve una deroga ma, viene fatto notare, “è già stata concessa al gruppo di Maurizio Lupi”. Per Calenda il rischio è di dover confluire nel gruppo misto.