Nessuno dei due ha trovato il tempo per fermarsi a vedere la partita della nazionale vincitrice a Tolosa contro la Svezia. E’ l’unica cosa che accomuna i nuovamente sfidanti per Palazzo San Giacomo Luigi de Magistris e Gianni Lettieri. L’unica, perché i due si muovono su piani diversi, con stile e linguaggio lontani mille miglia l’uno dall’altro. Esattamente come hanno trascorso l’ultima giornata di questa campagna elettorale. Forte del patrimonio di 5 anni alla guida della giunta, convinto di vincere alla grande, de Magistris ha incominciato la sua giornata su Omnibus di La7 aprendo ai pentastellati nel nome di quei valori della sinistra rappresentati in primis dall’acqua come bene pubblico e dal reddito di cittadinanza. Un invito che, per ora, il napoletanissimo Roberto Fico ha rispedito al mittente. Resta, indubbiamente, l’appeal che sa bene di esercitare su quella parte di elettorato di sinistra che non lo ha votato o si è astenuta. La giornata è proseguita in modo frenetico, stretto tra gli impegni da primo cittadino (come l’inaugurazione della Fiera della Casa alla Mostra d’Oltremare) e quelli da candidato (incontri privati con militanti e sostenitori). Tra un impegno e un altro de Magistris ha trovato il tempo per girare un video. La scenografia è quella della sua stanza da sindaco che affaccia su piazza del Municipio, sul fondo il mare tra le navi attraccate al porto.
L’appello, forte e risoluto, richiama i principi e i concetti ribaditi in campagna elettorale: “Alle elettrici ed elettori chiedo di votarmi, di darci la possibilità di continuare nel nostro lavoro. Per cinque anni, per 18 ore al giorno, abbiamo pensato solo alla città con impegno, concretezza, dedizione, autonomia, passione, amore, onestà e mani pulite. Per cinque anni abbiamo cambiato la fotografia della città è cambiata: cinque anni fa era sommersa dai rifiuti, indebitata, sull’orlo del collasso, senza turisti, moralmente e culturalmente depressa. Oggi Napoli è la prima città di Italia per turismo e cultura, non c’è più emergenza rifiuti e registriamo una partecipazione popolare e politica senza precedenti”. L’impegno, ribadito più volte, è che “non pensa ad altro e farà esclusivamente il sindaco di Napoli perché è Napoli che diventa un soggetto politico autonomo. Insieme non ci ferma più nessuno”. Lettieri ha infilato, uno dopo l’altro, decine di incontri in giro per la città, da un capo all’altro. Unico comun denominatore il carattere popolare delle strade e delle piazze, così come ha fatto ieri sera in piazza del Carmine. La strategia è quella di un candidato imprenditore, che è nato al Vasto e si è fatto da solo, ha costruito un’impresa ed è diventato leader degli industriali partenopei. Un figlio del popolo che parla al popolo di cose concrete senza far riferimento “ai massimi sistemi”, e “fuori dagli schemi ideologici”. Una sorta di equilibrio che è riuscito a stabilire mantenendo buoni rapporti con Antonio Bassolino, l’attuale governatore Vincenzo De Luca e lo stesso premier Renzi ma, al contempo, accettando il sostegno di Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Di buon ora Lettieri ha fatto il punto al Comitato in piazza Bovio con i giovani del suo staff. Subito dopo un giro per il quartiere dell’Arenaccia dove ha incontrato commercianti e residenti, in particolare gli abitanti di un complesso di case popolari che hanno lamentato carenza di manutenzione. Da San Carlo Arena all’ancor più popolare quartiere della Sanità, dove con la sua testimonial, Serena Autieri, ha fatto la spesa nel mercato dei Vergini (pomodorini e basilico, riferisce il suo entourage, ma senza avere il tempo di farsi uno spaghetto). Altra tappa al Comitato, poi al Borgo marinaro per sentire i problemi di ristoratori e ormeggiatori. Dal mare a Secondigliano, poi di nuovo verso il litorale ma quello periferico di San Giovanni a Teduccio, ex zona di raffinerie. L’ultima tappa è a Soccavo, area occidentale di Napoli, sempre con i giovani del suo comitato che lo affiancano da mesi. Il programma della serata è di passare le ultime ore prima del silenzio preelettorale con i suoi sostenitori e la sua famiglia, in modo sereno e tranquillo. Il messaggio che ha ripetuto fino allo sfinimento è che a lui non interessano “i progetti politici nazionali”, ma solo la sua città, che vuol rendere “finalmente serena, sicura e vivibile”. Ha parlato di “campagna di civiltà per Napoli, al di là di schieramenti e appartenenze” e chiede una grande “mobilitazione democratica”.