Ballottaggio in Georgia, sfida per controllo del Senato in Usa

Ballottaggio in Georgia, sfida per controllo del Senato in Usa
Joe Biden e Donald Trump
6 gennaio 2021

Cresce l’attesa dell’esito delle elezioni di ballottaggio al Senato in Georgia, dove si vota per rinnovare due seggi del Senato che potrebbero consegnare ai democratici il controllo del Congresso, oppure dare ai repubblicani un importante strumento di opposizione. Intanto, con l’1% dei voti scrutinati i due senatori uscenti David Perdue e Kelly Loeffler partono con un larghissimo vantaggio sugli sfidanti dem Jon Ossoff e Raphael Warnock: rispettivamente 68,8% a 31,2% e 69,8% a 30,2%. Secondo un sondaggio della Edison Research circa meta’ degli elettori di oggi in novembre ha votato per Donald Trump e meta’ per Joe Biden. Gli elettori si dividono inoltre equamente di fronte alla domanda se a controllate il Senato debbano essere i democratici o i repubblicani. 

Per il presidente Usa, Donald Trump, i ballottaggi della Georgia sono “l’ultimo modo per difendere e salvare l’America che amiamo, l’ultima linea di difesa”, sottolineando che i democratici se vinceranno in Georgia trasformeranno il paese aprendo agli immigrati. In ogni caso, per il capo della Casa Bianca uscente, sono “elezioni truccate, non c’è verso che abbiamo perso”. Poi esorta Pence a non certificare la vittoria del rivale. Il presidente eletto Biden risponde : “In America, i politici non possono affermare, prendere o impadronirsi del potere. Deve essere dato dal popolo americano. Non possiamo mai rinunciare a questo. La volontà del popolo deve sempre prevalere”. Insomma, lo scontro continua. Ma il tycoon sa bene però che ormai non ha alcuna speranza di cambiare le carte in tavola e a prescindere dalle sue continue invettive tra qualche giorno non sarà più il presidente degli Stati Uniti.

A poco servono in questa prospettiva le accuse rivolte ai democratici, perché non è riuscito a dimostrare i presunti brogli a cui insistentemente fa riferimento. Trump, come detto, ne è ben conscio. A differenza di molti suoi fan che non si rassegnano all’idea di vederlo fuori dalla Casa Bianca, evocando inverosimili colpi di scena dell’ultima ora. In Georgia non si deciderà quindi il destino, già chiaro, del presidente in carica. Tuttavia si gioca una partita per molti aspetti non meno importante per il futuro degli Usa. In gioco, infatti, c’è una posta enorme: il controllo del Senato, che ratifica i trattati internazionali, dal clima al commercio, e ha potere di veto su ogni dirigente federale, dal capo della Cia a quello del Fbi, ai vertici della Corte Suprema. Inoltre il controllo del Senato sarà fondamentale, specie nel primo biennio di presidenza Biden, per gestire tutte le questioni relative all’ambiente, al welfare, alla lotta al razzismo, ai nuovi stimoli economici, perché grazie alla Camera Alta i repubblicani si troverebbero nella posizione di poter bloccare le iniziative legislative dei democratici.

Gli elettori della Georgia, 6,9 milioni (quasi la metà hanno però già votato via posta nelle scorse settimane), decideranno di fatto la composizione definitiva del Senato americano. Attualmente i repubblicani possono contare su 50 parlamentari eletti su 100, i democratici su 48. Dunque ai primi basterebbe aggiudicarsi anche un solo senatore della Georgia per raggiungere quota 51, che garantisce la maggioranza e dunque il controllo della Camera alta. Viceversa ai secondi serve l’elezione di entrambi i candidati in ballo. In quest’ultimo caso la parità in Senato andrebbe a favore dei democratici, perché Kamala Harris – vicepresidente nominata da Biden – è anche presidente del Senato.

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