Dopo il richiamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il governo interverrà in tempi brevi sulla questione dei balneari. E’ quanto sottolineano autorevoli fonti di governo, secondo cui l’esecutivo sta lavorando a un provvedimento da approvare “nelle prossime settimane”.
Lo scorso 24 febbraio, nel firmare il Milleproroghe, il capo dello Stato aveva sottolineato in una lettera, a proposito della proroga delle concessioni balneari, che emergevano “profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive”. Preoccupazioni che oggi trovano riscontro a Bruxelles. Secondo la portavoce per il Mercato unico della Commissione, Sonya Gospodinova, la decisione italiana costituisce “uno sviluppo inquietante”. Le nuove norme “non sono state ancora notificate alla Commissione, ma ne siamo ben consapevoli, e ora analizzeremo questo atto legislativo per vedere quale sarà l’approccio migliore da adottare. Stiamo seguendo molto da vicino gli sviluppi”.
Dalla maggioranza arriva però lo stop alla Commissione. “Questo portavoce della Commissione europea – attacca Maurizio Gasparri (Fi) – conosce gli stravolgimenti che fa a danno del libero mercato e alla concorrenza Amazon? Sa che Amazon paga l`uno per cento di tasse e forse anche meno? Questo portavoce della Commissione europea vive nella realtà o nel mondo dei sogni? Perché ci si accanisce contro una categoria, che peraltro gestisce delle risorse che non sono scarse in Italia, e invece l’Unione Europea, compreso questo suo portavoce, ignora i giganti della rete, a iniziare da Amazon, che alterano il mercato ogni giorno?” Per il leghista Gianmarco Centinaio, “si sta prendendo di mira un settore, alzando un polverone senza avere dati concreti. Aspettiamo gli esiti della mappatura e poi decidiamo come procedere”.
Giorgia Meloni, però, non sembra intenzionata a lasciar passare ulteriore tempo. A Palazzo Chigi e nei ministeri competenti, spiegano le fonti, si sta dunque lavorando a un provvedimento, che potrebbe essere un decreto. L’urgenza di intervenire deriva anche dalla necessità di dare una copertura giuridica ai titolari delle attuali concessioni. Una loro proroga oltre il termine del 2023 fissato dal Consiglio di Stato (come quella del 2024 stabilita nel Milleproroghe) esporrebbe infatti gli attuali titolari al rischio di perdere tutto in caso di ricorsi. Di qui l’esigenza di riprendere il filo del lavoro portato avanti nel corso dell’esame del ddl concorrenza approvato nel luglio scorso.
Una delle ipotesi più accreditate all’epoca, e che potrebbe essere ripresa dal governo, è quella di utilizzare lo strumento del project financing per le concessioni balneari. Una formula che equivarrebbe alla messa a gara delle concessioni ma che allo stesso tempo consentirebbe agli attuali gestori di avere una prelazione. Ma se a luglio scorso c’era il tempo di avviare le mappature delle spiagge e di predisporre le gare, ora il tempo stringe perché qualsiasi intervento oltre la fine dell’anno potrebbe essere considerato nullo.