Truffe Banca Etruria: ‘cabina regia’ assolta ma 4 condanne a 10 mesi

Il tribunale condanna bancari ma salva dirigenti. La delusione della First Cisl

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Quattordici assolti e quattro condannati, a 10 mesi ciascuno. Questa la sentenza del tribunale di Arezzo al processo sul filone per truffa nell’ambito del crac di Banca Etruria. Il dispositivo e’ stato letto dal giudice Angela Avila e riguarda tutti i 18 imputati del processo. Tra gli assolti – ‘perche’ il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto’ – ci sono quattro dirigenti e cinque dipendenti della banca per cui era stata chiesta la condanna. Confermate, inoltre, le cinque richieste di assoluzione del pm. Il primo grado, dunque, scagiona quella che l’accusa sostenuta dal pm Julia Maggiore definisce la cosiddetta ‘cabina di regia’, ossia assolve i quattro dirigenti che – secondo la stessa accusa – avrebbero costituito il vertice della truffa che consisteva nel proporre alla clientela la vendita di prodotti a rischio, obbligazioni subordinate.

I quattro dirigenti assolti sono Luca Scassellati, Federico Baiocchi Silvestri, Samuele Fedeli e Luigi Fantacchiotti. Il pm Julia Maggiore, che fa parte del pool investigativo della procura che in questi mesi ha guidato le inchieste sul fallimento di Etruria, aveva formulato l’accusa di istigazione alla truffa. Per loro aveva chiesto nel gennaio scorso condanne, da 3 anni a 2 anni e 6 mesi, perche’ per la procura essi avrebbero pressato i direttori delle filiali a vendere obbligazioni subordinate a un pubblico indistinto, senza avvisare i clienti delle potenzialita’ di rischio dei prodotti. I capitali investiti finirono per essere azzerati dal decreto del novembre 2015. Il procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi riguardo la sentenza sottolinea l’importanza di aver visto riconosciuta la configurazione del reato di truffa nel collocamento delle subordinate.

“E’ stato dimostrato che invece il reato si puo’ configurare, eccome – dice Rossi -. La condanna poi dipende dalle varie posizioni. Poiche’ abbiamo altre svariate cause istruite vedremo caso per caso”. A questo punto della vicenda Etruria, osserva Rossi, “abbiamo tuttavia ottenuto condanne sia per la bancarotta che per le truffe”. Negativo, invece, il commento di Letizia Giorgianni, del comitato Vittime Salvabanche che ha manifestato davanti al tribunale di Arezzo in concomitanza con la camera di consiglio. “E’ una sentenza che lascia senza parole – afferma – Aspetto le motivazioni ma stupisce, soprattutto dopo le dichiarazioni nel processo per bancarotta del liquidatore Giuseppe Santoni sul comportamento dei dirigenti, che si condannino i meri esecutori e non i ‘mandanti’ ovvero la famosa ‘cabina di regia’”.

DELUSIONE PER LA SENTENZA

“Delusione per la sentenza sul bond Etruria”. Ad esprimerla e’ First Cisl dopo la pronuncia con cui il tribunale di Arezzo ha assolto nove dipendenti della banca, finita in risoluzione alla fine del 2015, dall’accusa di truffa per la vendita di obbligazioni subordinate. “Nell’insieme dei procedimenti sono 58 su 60 i lavoratori della ex popolare iscritti a First Cisl che, grazie all’assistenza legale fornita dal sindacato dei bancari della Cisl, hanno potuto dimostrare la propria innocenza. Per quanto riguarda i due iscritti condannati in primo grado, First Cisl sara’ al loro fianco anche nel giudizio di appello”. “Non comprendiamo le ragioni che hanno portato alla condanna di due dei nostri assistiti – afferma l’avvocato Maurilio D’Angelo, legale della Cisl confederale, di First Cisl nazionale e membro effettivo dell’Arbitro bancario finanziario della Banca d’Italia – Restiamo ovviamente in attesa delle motivazioni della sentenza, ma fin d’ora possiamo dire che non comprendiamo la ratio che ha portato a valutare con un metro differente situazioni identiche sotto ogni profilo “.

Per il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani “la decisione non ci soddisfa. Sono fiducioso che anche i lavoratori condannati in primo grado riusciranno a dimostrare in appello la loro estraneita’ ai fatti. Il clima di risentimento sociale ha spinto alcuni risparmiatori a presentare accuse insostenibili, alle quali ci siamo opposti con una serie di controquerele”. Secondo il leader dei bancari della Cisl “la sentenza di oggi dimostra la necessita’ di rafforzare le tutele di chi lavora in banca. E’ una questione che per noi rappresenta una priorita’, per questo la consideriamo centrale nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale che e’ in corso con l’Abi”.