Bancarotta Amia Palermo, Pg chiede condanne ex vertici
La condanna a quattro anni per l’ex presidente Enzo Galioto e per l’ex direttore generale dell’Amia, Orazio Colimberti, e’ stata chiesta dalla Procura generale nel processo – in corso davanti alla prima sezione della Corte d’appello – per la bancarotta dell’azienda per l’igiene ambientale del Comune di Palermo. La richiesta dell’accusa e’ di confermare la sentenza di primo grado: dunque tre anni a testa per gli ex membri del consiglio di amministrazione, Angelo Canzoneri e Paolo Barbasso Gattuso, mentre per Franco Arcudi dovrebbe scattare il proscioglimento per morte, perche’ e’ deceduto dopo la decisione del tribunale, risalente al 20 aprile 2015. Gli imputati avrebbero fatto risultare una serie di plusvalenze nel bilancio del 2005, depositato nel 2006, per la vendita di automezzi e di immobili che in realta’ non si concretizzo’ mai: le poste corrispondenti furono di 16 milioni di euro. L’Amia, poi fallita nel 2012, senza quelle poste di attivo solo apparente, gia’ una decina di anni fa avrebbe dovuto ricevere un intervento di ricapitalizzazione oppure essere assoggettata a liquidazione o a procedure concorsuali. Il collegio ha rinviato il processo al 16 novembre.